L’INPS ha confermato una misura che rischia di pesare in modo significativo sulle finanze di migliaia di pensionati italiani. A partire dal 1° settembre, molti cittadini potrebbero ritrovarsi con un cedolino ridotto fino a 107 euro in meno, una cifra che, seppur contenuta, rappresenta un impatto concreto per chi vive con redditi fissi e già erosi dall’inflazione.
Cosa è successo
La misura riguarda i pensionati che, secondo quanto comunicato dall’istituto, hanno percepito somme non dovute o in eccesso negli scorsi mesi o anni. In questi casi, l’INPS è autorizzato ad applicare una trattenuta mensile, fino a un massimo del quinto dell’importo della pensione, per recuperare i crediti vantati.
Il taglio dunque non interesserà tutti i pensionati, né colpirà indiscriminatamente gli assegni sociali, ma sarà applicato solo a chi ha posizioni specifiche di debito nei confronti dell’ente. La cifra media indicata è di circa 107 euro al mese: un valore che fa la differenza nei bilanci di chi fatica a gestire le spese quotidiane, tra bollette, alimenti e cure mediche.
Perché è importante
La notizia arriva in un contesto di forte aumento del costo della vita, che già sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie italiane, in particolare degli anziani. Per molti pensionati, una trattenuta di poco più di cento euro può significare dover rinunciare a spese essenziali, come una visita specialistica o una spesa completa al supermercato.
Dal punto di vista economico e sociale, la misura solleva un tema cruciale: il delicato equilibrio tra la necessità per lo Stato di recuperare somme incassate indebitamente e la tutela di fasce fragili della popolazione. Con oltre 16 milioni di pensionati in Italia, l’attenzione su questo tema è destinata a restare alta nelle prossime settimane, anche sul piano politico, visto il crescente rischio di nuove situazioni di povertà ed esclusione sociale.
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Foto: Garun Studios/Shutterstock
