La Cantina Ventiventi con tre fratelli punta sul metodo champenois e la rivalutazione dei vitigni autoctoni del modenese
Lambrusco, sì, ma alla francese. La Cantina Ventiventi ha imboccato una nuova strada, quella delle bollicine Metodo Classico-Champenois per ritagliarsi una nicchia all’interno del grande universo del Lambrusco. I Lambrusco sono per tradizione vini frizzanti a lungo dimenticati, considerati da molti fuori moda. Ora stanno recuperando terreno, anche grazie alle molteplici possibilità di abbinamento e a nuove modalità produttive. Si tratta però sempre di un mondo variegato, di una grande famiglia di diversi vitigni, territori e colori, dove la confusione è tanta. “Già solo far capire la distinzione tra Igp, Igt e Dop è un’impresa, soprattutto all’estero”, commenta Andrea Razzaboni, 28 anni, enologo, con i fratelli Riccardo, 31, (laureato in Economia) e Tommaso, 22 anni, enologo, alla guida della Cantina di famiglia. Farsi riconoscere, spiccare tra la moltitudine, e quello che premia sul mercato.
PRIMA GENERAZIONE DI VITICOLTORI
Razzaboni è la prima generazione di viticoltori, una mosca bianca in un settore costellato da famiglie storiche. Una cantina giovane ma determinata a farsi largo, anche all’estero. Il capostipite, il padre, Vittorio Razzaboni, imprenditore nel settore della sicurezza dei pagamenti, ha gettato le basi finanziarie. I figli pensano al resto. Per gettare le basi del brand i fratelli Razzaboni hanno deciso di fare leva sull’innovazione. Di prodotto, innanzitutto, presentando in una nuova versione, più moderna e autorevole, i vitigni principe dell’Emilia Romagna: Lambrusco di Sorbara e Lambrusco Salamino, ma anche Pignoletto, a lungo considerato una cenerentola, e Ancillotta, ma con incursioni anche nei vitigni internazionali. Innovazione tecnologica, con macchinari all’avanguardia, come Select-Process, minidiraspatrice di ultima generazione, per la deraspatura, e una nuova linea per la sboccatura, ovvero per togliere i sedimenti di lievito dal collo della bottiglia Con la sboccatura alla volée: un tempo si usava la sciabola, molto scenografica. “Oggi abbiamo adottato un macchinario all’avanguardia”, racconta ancora Andrea, “che spinge fuori le fecce senza fuoriuscita di vino e senza ossidazione”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.