Aberdeen Standard Investments ritiene che la revisione strategica in corso sia un’occasione storica su tre fronti: definire meglio il target di inflazione, una politica monetaria verde e il lancio dell’euro digitale
Dieci anni fa, quando Mario Draghi non era ancora arrivato a sostituire Jean-Claude Trichet alla guida della Bce, le paure infondate sull’inflazione gettavano benzina sul fuoco della crisi del debito sovrano. Molto è cambiato da allora nell’approccio dei policymaker, perché l’errore di inasprire troppo presto la politica monetaria non si ripeta mai più. Ma l’errore potenziale oggi, mentre la Bce si avvicina alla fine della sua revisione strategica, è non agire abbastanza assertivamente nel ridefinire il suo ruolo per l’era moderna. La Bce, che si è riunità giovedì scorso sotto la presidenza di Christine Lagarde, ha una grande opportunità e non dovrebbe sprecarla.
TRE OBIETTIVI PER LA BCE DEL FUTURO
Sono le conclusioni cui giunge l’analisi di Paul Diggle, Senior Economist di Aberdeen Standard Investments, che indica tre fattori su cui puntare per il futuro ruolo della Bce. Proprio questo mese segna il decennale dell’ultimo aumento dei tassi della Banca centrale europea. Allora il Portogallo stava per diventare l’ultimo paese a richiedere il salvataggio ma questo non impedì a Trichet di portare i tassi all’1,25% per combattere un’inflazione fantasma. I suoi successori, prima Draghi e poi Lagarde, sembrano aver fatto tesoro della lezione. Il primo ha fornito un sostegno straordinario all’economia, aiutando a salvare l’Eurozona, mentre la seconda, mantenendo bassi i rendimenti, ha permesso ai governi di varare enormi misure fiscali contro la crisi da Covid…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.