Nelle prime ore di martedì mattina, al momento della pubblicazione, Dogecoin (CRYPTO:DOGE) ha avuto un calo giornaliero del 3,27% a 0,20 dollari.
I movimenti
Negli ultimi sette giorni la coin a tema Shiba Inu ha ceduto il 3,28%.
Rispetto alle criptovalute con capitalizzazioni di mercato maggiori, DOGE ha guadagnato lo 0,74% su Bitcoin (CRYPTO:BTC) e il 3,34% su Ethereum (CRYPTO:ETH).
Dall’inizio dell’anno DOGE ha avuto un rendimento del 3.441,65%, ma negli ultimi 30 giorni ha perso il 26,62% e negli ultimi 90 ha ceduto il 20,25%.
Perché si sta muovendo?
DOGE si è mosso in territorio negativo di pari passo con altre importanti monete digitali, poiché la capitalizzazione di mercato globale delle criptovalute è diminuita del 4% a 1.960 miliardi di dollari, secondo i dati di CoinGecko.
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Al momento della pubblicazione, DOGE riscontrava uno scarso interesse su Twitter: secondo i dati di Cointrendz, la criptovaluta è stata infatti menzionata in appena 1.590 tweet, mentre BTC ed ETH hanno registrato il livello più alto di interesse, essendo stati menzionati rispettivamente in 6.043 e 4.158 tweet.
Il recente giro di vite normativo contro le criptovalute in Cina sta causando lo stop all’adozione di nuovi clienti negli exchange cinesi offshore come Huobi.
Parallelamente, l’utilizzo degli exchange di finanza decentralizzata – o DeFi – è in aumento, poiché questi richiedono soltanto un wallet di criptovalute e nessun processo KYC (Know Your Customer), inoltre possono essere impostati in “una manciata di minuti”, ha dichiarato Jonas Luethy, trader di vendita presso la società britannica di intermediazione di asset digitali GlobalBlock.
Questa settimana è emerso che Robinhood Market Inc (NASDAQ:HOOD) potrebbe consentire ai suoi utenti di dilettarsi con la DeFi, dopo aver annunciato che stava testando dei wallet di criptovalute.
Nel recente periodo i timori per una maggiore stretta normativa hanno mantenuto depressi i prezzi delle principali coin sul mercato, fra cui DOGE.
Marco Santori, Chief Legal Officer di Kraken, ha dichiarato che il settore delle criptovalute dovrebbe prepararsi a “maggiori regolamentazioni in stile Wall Street da parte dei governi sia negli Stati Uniti che all’estero”.
Comunque i segnali di tale situazione stanno già emergendo, con Singapore che si è aggiunta alla lista dei Paesi che vietano l’uso di Binance, il maggior exchange di criptovalute al mondo per volume di scambio.
Le autorità normative di Gran Bretagna, Italia e Hong Kong hanno già bandito Binance, mentre la Malesia ha espresso una reprimenda.