Molteplici opere d’arte create da Andy Warhol, probabilmente uno degli artisti più famosi del movimento pop art, stanno per diventare token non fungibili (NFT).
Cosa è successo
Secondo un report pubblicato giovedì da Barron’s, almeno tre opere d’arte di Warhol sono state tokenizzate e vendute come NFT a partire dal 4 dicembre.
La piattaforma che facilita la vendita è Budja.io e gli NFT sono ospitati sulla rete di Cardano (CRYPTO:ADA).
La prima opera d’arte ad essere venduta è una serigrafia Campbell Soup su una T-shirt del 1982, al prezzo di 125.000 dollari; la seconda una maglietta ‘Art’ del 1980, al prezzo di 95.000 dollari; e la terza una serigrafia di un maggiolino Volkswagen su tela del 1977, al prezzo di 600.000 dollari.
Rudolf Budja, il gallerista austriaco che vende gli NFT, ha dichiarato che l’azienda sta “creando dei token che rappresentano la vera arte” e prevede “di creare un NFT per ogni opera d’arte”.
Gli NFT rappresentano la proprietà frazionata dell’opera d’arte in questione, ciascuna del valore di 1/1.000 dell’opera; Budja vende solo 499 token per opera d’arte al fine di mantenere concretamente il controllo sulle opere attraverso la proprietà di una quota di maggioranza. 1/1.000 della proprietà della serigrafia Campbell Soup costa 85 Cardano (poco meno di 150 dollari), 1/1.000 della T-shirt ‘Art’ costa 65 Cardano (meno di 114 dollari) e 1/1.000 della serigrafia Volkswagen ha un prezzo di 415 Cardano (727 dollari).
Il report giunge in seguito alla decisione di Campbell’s Soup Company (NYSE:CPB) di ridisegnare le sue lattine di zuppa e di lanciare una collezione di NFT ideata dall’artista Sophia Chang per celebrare i cambiamenti apportati all’iconica etichetta bianco-rossa della zuppa.