1. World of Women
Quattro amici condividono una visione: creare una collezione di opere d’arte digitali belle e diverse come la comunità che attorno a queste si raccoglie. È un progetto al femminile, eterogeneo, artistico, fortemente tecnologico ma anche con solide radici nel sociale. Un progetto che arriva al bene attraverso il bello unisce persone con una sensibilità comune.
La collezione di NFT si intitola WoW, ed è proprio la mia espressione quando sbircio i disegni su OpenSea. WOW consiste di 10,000 pezzi. Ne vorrei comprare uno, anche se il prezzo di partenza non è esattamente economico, 0.07ETH corrispondono a circa 180 euro; in aggiunta oramai le opere sono già state assegnate, quindi non resta che contattare un collezionista e sperare in una vendita o in uno scambio. La collezione ha tutte le caratteristiche salienti degli NFT di successo: un numero elevato di pezzi, un’identità grafica precisa, un posizionamento definito e tabelle di rarità con le probabilità di incontrare le diverse caratteristiche (in totale 11 tratti e 189 attributi, di cui almeno 7 posseduti da ogni opera).
Yam Karkai è un’artista NFT che si concentra sulla ritrattistica con l’obiettivo di valorizzare la bellezza delle donne nel modo in cui vengono viste da altre donne. “I colori vividi e armoniosi si combinano con linee giocose e delicate, il tutto condito da un tocco di fantasia”, si legge sul sito del progetto. Quello che vedo io è un universo multiculturale, libero e inclusivo. Vedo donne forti, protagoniste della propria vita, femminili nel significato più autentico.
Il successo della collezione è stato sancito dalla partecipazione di molte star del calibro di Shonda Rhimes, Eva Longoria e Gary Vaynerchuk, che hanno postato foto della collezione o l’hanno addirittura scelta come foto profilo. Ma World of Women non è solo l’ennesimo passatempo delle star. Al progetto infatti sono collegate diverse iniziative ad alto impatto sociale dedicate alle donne, in particolare:
- She’s the First finanzia soluzioni locali per l’educazione delle ragazze nel mondo,
- Too young to wed combatte la pratica delle spose bambine,
- Strange Cintia mira a combattere una malattia rara.
Il 2,5% degli incassi, promettono gli organizzatori, verranno donati a ognuna delle tre cause.
Il 15% invece sarà reinvestito in altri progetti per sostenere artisti di cryptoart provenienti da tutto il mondo. La mia sensazione è che la creazione di NFT sia solo il primo passo, una vendita che ha il sapore di crowdfunding, per questa sorta di residenza artistica digitale. Sono sicura che ne sentiremo parlare ancora..
2. Women Rise
Maliha Abidi è una visual artist di origine pakistano-statunitense di fama internazionale. Il suo lavoro si concentra sulla giustizia sociale, i diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’istruzione per le ragazze e la difesa delle minoranze. Maliha è anche una scrittrice e da quasi dieci anni racconta le storie di donne straordinarie attraverso le pagine di libri illustrati.
Women Rise, come scrive sulla homepage del progetto, “rappresenta donne da tutto il mondo i cui tratti vanno oltre la diversità e il colore della pelle. Sono attiviste, artiste, scienziate, programmatrici e tante altre che emergono per rendere il mondo un luogo migliore”.
La collezione si compone di 10.000 NFT basati su oltre 453 tratti disegnati a mano (125 sfondi, 39 colori della pelle, 24 trucchi, 22 occhi, 82 acconciature, 80 abiti, 7 badge, 32 accessori, 17 labbra e 25 sciarpe); si appoggia al marketplace Rarible ed è basata sulla blockchain di Ethereum. Tutti i più importanti giornali al mondo hanno celebrato la collezione.
Anche Women Rise ha un riverbero sociale importante. Il 2,5% degli incassi infatti è stato devoluto al Malala Fund, un fondo che investe nell’educazione delle giovani e finanzia gli attivisti che ogni giorno combattono per rimuovere gli ostacoli effettivi all’istruzione delle ragazze.
Durante la vendita della collezione è stato pubblicato anche il libro RISE: Extraordinary Women of Colour Who Changed the World, illustrato dalla stessa Maliha.
Oggi la collezione è sold out, ma la pagina web del progetto annuncia una Road Map 2.0 piena di novità e iniziative sociali. Stay tuned!
3. Boss Beauties
Premessa: adoro il sito di Boss Beauties. La carrellata virtuale nello studio d’artista, tra quadri incorniciati e cavalletti su cui si riflettono i raggi del sole, mi fa volare dritta ad Amsterdam, o a una giornata di sole (rara) a Copenhagen. Dal legno grezzo del pavimento e la geometria delle finestre cerco di indovinare la location e scopro invece che Lisa Mayer, CEO e Founder del progetto, vive a New York. Un altro progetto americano. Domanda: e in Europa?
Location a parte, mi piace anche com’è strutturato il sito. La vocazione didattica emerge dalla sezione learn, dove anche i più naif sono introdotti a “cos’è un NFT”, a “come si comprano gli Ethereum” a “fatti un portafoglio digitale”. Guida pratica per i meno tecnologici, quindi, ancor prima che esposizione d’arte. Mi viene da pensare che forse l’inclusività parte proprio da qui. La sezione engage rimanda direttamente al profilo Twitter, lo shop è invece un’accozzaglia di merchandising dal dubbio gusto estetico.
La collezione si compone di 10.000 NFT acquistabili su Opensea a partire da 1.9 ETH l’uno. Sono stati disegnati dalle ragazze per le ragazze e ritraggono professioniste impegnate nel loro mestiere, con una strizzatina d’occhio alle materie STEM che tanto vanno di moda.
Da dieci anni il progetto fornisce mentoring e borse di studio attraverso la non-profit My Social Canvas, anche questa associata a Lisa. Sul sito troviamo indicazioni per il summit di fine settembre e la possibilità di rivedere le registrazioni. Ne ricavo la sensazione di una comunità viva e con una storia alle spalle. Gli NFT sembrano essere solo una tappa nel percorso di crescita ma sul sito non leggo informazioni a proposito di progetti futuri.
Insomma, le donne si fanno vedere anche attraverso l’arte digitale!
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