La Corte Suprema della provincia settentrionale dello Shandong in Cina ha stabilito che “la criptovaluta non è protetta dalla legge”.
Cosa è successo
Nell’ambito dell’emissione di un verdetto per un caso relativo a una potenziale frode legata all’acquisto di criptovalute, il tribunale ha dichiarato che “l’investimento o il trading di criptovalue non è protetto dalla legge”.
Potrebbe trattarsi di un nuovo colpo significativo per il settore in Cina che si aggiunge alle strette sul mining di criptovalute in tutto il paese.
Secondo il caso, un querelante cinese ha investito circa 10.800 dollari per acquistare token sostenuti da tre conoscenti nel 2017.
Tuttavia, i loro conti sarebbero stati chiusi dopo il ban della People’s Bank of China agli istituti di pagamento che supportavano transazioni in criptovalute nel 2018.
Nel gennaio 2021, un tribunale di Jinan ha stabilito che l’accusa di frode del querelante non era ammissibile poiché gli asset non godevano di alcuno status legale.
Secondo il verdetto, il Tribunale intermedio della città di Jinan ha confermato la sentenza quando è stato presentato ricorso a marzo.
Dopo aver esaminato il caso, la Corte Suprema dello Shandong ha affermato che la criptovaluta non è protetta dalla legge.
Secondo il report, inoltre, attualmente in Cina ci sono diversi casi che riguardano le valute digitali.
Perché è importante
Il trading centralizzato e i pagamenti finanziari legali alle valute digitali sono illegali in Cina dal 2013.
A maggio, il Comitato cinese per la stabilità e lo sviluppo finanziario del Consiglio di Stato ha annunciato ufficialmente la stretta sul mining di criptovalute portando i miners a trasferirsi all’estero.
A luglio, l’Agricultural Bank of China, una delle più grandi banche commerciali del paese, ha annunciato un giro di vite sulle transazioni in criptovalute e sta attualmente cercando di bloccare i conti legati ad attività relative a Bitcoin e criptovalute.
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