Ripple (CRYPTO:XRP) sta cercando la maggior parte dei suoi talenti all’estero.
L’annuncio di Garlinghouse precede la conferenza Future of Digital Assets di Benzinga del 14 novembre, in cui i leader del settore discuteranno dell’evoluzione del panorama degli asset digitali e delle sfide e opportunità che essi presentano.
In un’intervista a Bloomberg, l’amministratore delegato di Ripple ha espresso la sua frustrazione per l’ambiente normativo statunitense, in particolare per la posizione del presidente della Securities and Exchange Commission (SEC), Gary Gensler.
Garlinghouse ha criticato la mancanza di chiarezza delle normative statunitensi, contrapponendole a quelle più chiare di regioni come Singapore, Regno Unito e Dubai.
Ha sottolineato che Ripple è più preoccupata dall’assenza di linee guida chiare che da una regolamentazione rigida.
Garlinghouse ha anche parlato della recente vittoria legale di Ripple, dove un tribunale statunitense ha dato ragione alla società, affermando che il suo token nativo, XRP, non è un titolo.
Nonostante ciò, la SEC ha indicato un potenziale ricorso contro la decisione.
Sul tema della sicurezza, Garlinghouse ha affrontato la recente violazione della sicurezza di Fortress Trust, un depositario di criptovalute che Ripple sta per acquisire.
Ha chiarito che la compromissione era dovuta a un problema dell’utente finale e non a una vulnerabilità di Fortress Trust.
Ripple ha poi risarcito i clienti interessati.
Il CEO ha inoltre sottolineato l’impegno di Ripple per la conformità normativa e il suo approccio proattivo alla ricerca di licenze in regioni con quadri normativi chiari.
Garlinghouse ha espresso la speranza di un ambiente normativo più definito negli Stati Uniti in futuro, che consenta l’innovazione e la crescita del settore delle criptovalute.