Polina Kurdyavko, Head of Emerging Markets, Senior Portfolio Manager di BlueBay, analizza l’impatto dell’aumento dei prezzi delle materie prime e indica i bond emergenti High Yiled come forma di protezione
Se la crisi del Covid ha portato l’attenzione alle catene globali di approvvigionamento, il conflitto russo-ucraino l’ha concentrata sulla sicurezza delle forniture di materie prime. Gli investitori si chiedono quali sono le probabili implicazioni di un aumento dei prezzi delle materie prime sulle economie globali e quali strategie adottare per proteggere il capitale. Polina Kurdyavko, Head of Emerging Markets, Senior Portfolio Manager di BlueBay, sottolinea che bisogna distinguere tra l’impatto dei cambiamenti di prezzo e di volume e quindi valutare come questi cambiamenti variano a seconda del tipo di merce.
DIFFERENZE CON LA CRISI DEL 1973
Prima del conflitto, la Russia forniva l’11% del petrolio globale. Gli analisti di JP Morgan indicano che se il prezzo salisse tra 150 e 180 dollari in due mesi, l’inflazione mondiale aumenterebbe di tre punti percentuali e la crescita si ridurrebbe di altrettanto. Guardando invece ai volumi, l’esperta di BlueBay ricorda che nella crisi del 1973 furono tagliati del 25%, il che si tradusse in una perdita di sei punti di PIL degli Stati Uniti. Questa volta, l’intensità dello shock dell’offerta sarà probabilmente meno grave, dato che l’utilizzo di energia per unità di PIL si è ridotto del 50% e che l’offerta russa può essere parzialmente sostituita…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.