Mark Dowding, CIO di BlueBay, non crede alla narrativa di una ‘giapponesizzazione’ fatta di tassi zero e inflazione piatta, ma vede segnali positivi sia per l’outlook dell’economia americana che per gli investimenti
Mercati e investitori si chiedono se devono preoccuparsi di un ritorno della stagnazione secolare dopo che i rendimenti dei Treasury USA hanno continuato a scendere ritracciando più di metà del rialzo messo a segno nel primo trimestre facendo appiattire la curva dei tassi in modo aggressivo. Le spiegazioni offerte dai sostenitori di uno scenario giapponese spaziano dai timori per la variante Delta al rallentamento in Cina, che potrebbero riaprire lo scenario dello scorso decennio che ha visto inflazione e tassi di interesse muoversi al ribasso. In questa visione, il picco della ripartenza si è già registrato nel secondo semestre, e la tendenza è destinata a invertirsi avvicinandosi al 2022, a prescindere da quanto l’inflazione si spingerà in alto nel breve termine.
UNA NARRATIVA CHE NON REGGERÀ ALLA PROVA DEI FATTI
Di conseguenza, se economia e pressioni sui prezzi freneranno di concerto, non ci sarà bisogno che la Fed aumenti i tassi, ma vi sarà una dinamica di “giapponesizzazione” con il livello naturale dei tassi ancorato intorno allo zero. Mark Dowding, CIO di BlueBay, non è convinto da questa narrativa e dubita che possa reggere alla prova dei fatti. Ora il mercato guarda al report sull’inflazione USA di giugno in uscita martedì 13 luglio un’ora prima dell’apertura di Wall Street e potrebbe anche innescare un ripensamento sul mercato. Le ultime letture, nonostante fossero solide, hanno spinto i rendimenti verso il basso, invece che verso l’alto, ma Dowding si dice sicuro che questa correlazione non possa durare a lungo…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.