Dopo l’opas su Piazzetta Cuccia, le mosse dei grandi soci ridisegnano la geografia del sistema bancario con riflessi su Trieste. Sul tavolo anche il riassetto della governance e la scelta del nuovo board
Secondo indiscrezioni, Francesco Gaetano Caltagirone avrebbe avviato presso la Bce l’iter per ottenere il via libera a superare la soglia del 10% in Mps. Una mossa che, se confermata, lo collocherebbe stabilmente tra i principali azionisti di Rocca Salimbeni. Oggi il costruttore romano risulta al 12,26% del capitale. Quota raggiunta dopo l’opas su Mediobanca. Nel documento inviato agli organi di vigilanza, il gruppo avrebbe chiarito che i diritti di voto eccedenti il 9,9% restano comunque congelati fino al rilascio dell’autorizzazione, ribadendo anche di agire in autonomia e di non essere parte di patti parasociali. Di qui la richiesta dell’iter autorizzativo per il superamento del 10%. Per alcuni analisti il vero obiettivo sarebbe Generali, ora entrata nell’orbita Mps attraverso Mediobanca che detiene il 13,2% del capitale del Leone.
I NUOVI RAPPORTI DI FORZA IN MPS
Il rafforzamento di Caltagirone si inserisce in un quadro azionario in piena evoluzione. Grazie all’opas su Mediobanca, Mps ha conquistato l’86,3% della merchant bank, consolidando il progetto del terzo polo bancario italiano. All’interno di Mps Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, si è diluita al 18% circa, mentre il Mef conserva oltre l’11%. Seguono Banco Bpm con il 4,5% e la Ggg di Giorgio Girondi al 3%. Una geografia che potrebbe aprire a nuove alleanze e a scenari inediti anche sul fronte assicurativo, in particolare in Generali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.