Nadège Dufossé e Florence Pisani delineano due scenari, con il peggiore che porterebbe un aumento dell’inflazione e, alla fine, recessione. Titoli di Stato europei giudicati interessanti, posizionamento negativo sulle azioni
L’impatto del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca sull’economia Usa e del resto del mondo è ancora incerto. L’implementazione del programma del vincitore con misure importanti di politica commerciale, immigrazione, tagli fiscali, e deregolamentazione, potrebbe portare a discostarsi dall’attuale traiettoria positiva. Ma non è certo con quale rapidità saranno attuate misure non ancora definite con precisione: i dazi colpiranno sicuramente la Cina, meno il resto del mondo e le zone di libero potrebbero essere risparmiate. L’incertezza grava anche sulle misure per immigrazione e tagli fiscali.
DUE GLI SCENARI POSSIBILI
Candriam, in un commento di Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset, e Florence Pisani, Global Head of Economic Research, ritiene opportuno, in questa fase, tenere a mente due scenari. Uno relativamente moderato, che porterebbe l’economia a deviare poco, con il sostegno al ceto medio-basso che potrebbe compensare l’effetto-dazi. L’economia continuerebbe a crescere in modo sostenuto, superando il 2,5% nel 2025, ma l’inflazione sarebbe più elevata e porterebbe la Fed ad andare in pausa col taglio dei tassi nel corso del 2025. Lo scenario più disruptive, che Candriam non esclude, vedrebbe Trump attuare rapidamente tutte le promesse: l’immigrazione potrebbe frenare e potrebbero essere espulsi un milione di illegali, i dazi aprirebbero a vera guerra commerciale, l’inflazione andrebbe oltre il 4%, la disoccupazione scenderebbe sotto il 4%, costringendo la Fed ad alzare i tassi, mentre l’economia finirebbe in recessione nel 2026…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.