Julien Gaertner, analista degli investimenti azionari di Capital Group, ritiene che il settore dell’IA stia ancora generando bassi profitti in rapporto agli investimenti ricevuti
L’intelligenza artificiale (IA) rimane saldamente sotto i riflettori dopo il lancio, lo scorso novembre, di ChatGPT, un bot capace di produrre testi che sembrano scritti da un essere umano. Arrivato a un milione di utenti in soli cinque giorni e a 100 milioni prima della fine di gennaio, si tratta dell’ultimo esempio di “IA generativa”, una serie di modelli in grado di creare contenuti tra cui audio, linee di codice, immagini, testi e video. ChatGPT ha trovato già molti utilizzi, dalla scrittura di racconti, articoli scientifici, barzellette e candidature alle offerte di lavoro fino ad arrivare alla composizione di musica. Il sistema potrebbe rivelarsi la prima “killer app” dell’età dell’IA?
UNA “PIOGGIA” DI INVESTIMENTI PER L’IA
Con tutta probabilità l’IA è sul punto di provocare una serie di cambiamenti epocali che riguarderanno varie società e industrie, ed è per questo fondamentale approfondire i dettagli per separare la realtà dall’entusiasmo. L’entusiasmo iniziale sembra infatti aver incontrato una battuta d’arresto temporanea dovuta probabilmente alla presa di coscienza dell’entità dei cambiamenti necessari all’interno delle organizzazioni per adottare queste tecnologie. Questo non ha tuttavia interrotto una pioggia di investimenti in IA da parte delle aziende a livello globale…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.