Il segretario generale della CCIAA di Roma commenta l’accordo tra Usa e Unione europea e valuta l’impatto sull’economia del Lazio
“Sui dazi tra Stati Uniti ed Europa, l’accordo al 15% siglato da Ursula von der Leyen con Donald Trump non sarà un successo, ma è certamente una tregua intelligente”. A parlare è Pietro Abate, segretario generale della Camera di Commercio di Roma, tra i maggiori enti camerali del Paese. “I dazi – prosegue – restano negativi per definizione, questo è chiaro. Ma il tetto del 15% è una soglia che possiamo gestire. E poteva andare molto peggio: abbiamo evitato una guerra commerciale che avrebbe colpito duramente le nostre filiere, come abbiamo già discusso ampiamente negli ultimi mesi”.
L’IMPATTO DEI DAZI SUL LAZIO
Ma quale sarebbe l’impatto su una economia così importante come quella del Lazio? “Per iniziare, un veloce esercizio aritmetico riformulando i dati dell’export nel primo trimestre 2025: il Lazio ha esportato beni verso gli USA per oltre 1,6 miliardi di euro. Con dazi al 15%, l’impatto stimato sarebbe di circa 242 milioni di euro, con effetti significativi sul farmaceutico (144 milioni) e sull’aerospaziale (41 milioni). Anche a Roma – sottolinea Abate – il quadro è rilevante: applicando la stessa percentuale sui 771 milioni di export, i dazi comporterebbero un impatto di oltre 115 milioni, con ricadute particolarmente forti sui comparti hi-tech e sull’agroalimentare. L’aumento dei costi sarà un esercizio di equilibrio difficile, ma non insostenibile. Il made in Italy ha leve uniche: qualità, posizionamento, filiere capaci di adattarsi. E non siamo soli: il 15% colpisce tutti gli esportatori europei, mantenendo inalterata la competitività italiana”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.