È importante favorire politiche pubbliche e investimenti orientati alla tutela degli oceani, in grado di contribuire concretamente alla riduzione dell’inquinamento e alla salvaguardia della biodiversità marina
Producono oltre la metà dell’ossigeno che respiriamo, assorbono grandi quantità di anidride carbonica, proteggono le coste e garantiscono cibo e lavoro a più di tre miliardi di persone nel mondo. Stiamo parlando degli oceani che anche quest’anno sono stati celebrati lo scorso 8 giugno con la Giornata Mondiale degli Oceani. L’edizione di quest’anno, intitolata “Wonder: Sustaining What Sustains Us” (Meravigliarsi di ciò che ci sostiene, per imparare a proteggerlo), ha posto l’attenzione sul loro ruolo essenziale nella regolazione del clima.
DEEP SEA MINING
Una funzione che rischia di essere seriamente compromessa dal Deep Sea Mining. Si tratta del recente ordine esecutivo firmato negli Stati Uniti che incentiva le attività di estrazione mineraria in alto mare. Un provvedimento che potrebbe aggirare le linee guida dell’Autorità internazionale dei fondali marini (ISA), l’organismo delle Nazioni Unite incaricato di proteggere gli ecosistemi abissali, riconosciuti come patrimonio comune dell’umanità. Una disposizione normativa che solleva seri interrogativi ambientali alla luce delle tecniche di Deep Sea Mining ancora in fase sperimentale. Approcci che non si limitano a impoverire il fondale ma che, soprattutto, rilasciano in mare ingenti quantità di sedimenti e scarti, contribuendo all’inquinamento degli oceani, con impatti irreversibili sui delicati e sensibili ecosistemi oceanici…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.