L’ultimo report a firma di Filippo Taddei illustra epiloghi diversi con livelli di penalizzazione differenziati per la crescita europea
La politica tariffaria perseguita dell’amministrazione USA ha già comportato un incremento di 8 punti percentuali del livello effettivo dei dazi imposti all’UE, e l’introduzione, nello scenario base, di un ulteriore dazio settoriale su beni critici porterebbe l’aumento complessivamente a 15 punti, con rischi orientati al rialzo alla luce delle recenti dichiarazioni di Trump. Lo evidenzia l’ultimo report di Goldman Sachs a cura di Filippo Taddei che propone tre scenari commerciali tra USA e UE e analizza le possibili evoluzioni dei rapporti tra le due aree e le relative implicazioni per lo scenario macroeconomico europeo.
PRINCIPALE NODO L’INTERPRETAZIONE DEI DAZI
I colloqui tra UE e USA sono iniziati poco dopo l’annuncio, da parte americana, di nuovi dazi su acciaio e alluminio a febbraio, e finora i negoziati hanno registrato progressi limitati, ma nuovi incontri di questa settimana potrebbero fornire indicazioni più chiare sulle aree di possibile convergenza. Secondo l’esperto di Goldman Sachs il principale nodo critico è rappresentato dalla diversa interpretazione dei dazi già in vigore: per gli USA rappresentano un punto di partenza che richiede concessioni sostanziali da parte UE per evitare nuove misure, mentre per Bruxelles sono un tetto massimo da abbassare per scongiurare ritorsioni…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.