Nei mesi passati, sui media sono apparsi sempre più sondaggi e commenti in merito al risultato delle elezioni Usa. Ma quanti ci hanno davvero preso? Quasi nessuno, tranne uno
Sempre un po’ avanti. Sempre un po’ indietro. Prima uno, poi l’altro, e poi di nuovo il primo, e poi di nuovo il secondo.
Sembra una danza, dove se uno dei due arretra, l’altro si fa avanti. Dove un passo in più o uno in meno, può fare la differenza nell’intera figura.
Un movimento che genera un vantaggio sul filo dei millimetri, quasi impercettibile. Un fotofinish ciclistico, quando i due finisseur si massacrano a vicenda per arrivare mezzo istante prima dell’altro. I commentatori si sbilanciano: questo è meno stanco, l’altro ha più gamba… Ma sappiamo che l’unico esito certo lo avremo alla fine della corsa.
E proprio di una corsa parliamo, senza caschi e ruote, ma con il traguardo posto alla Casa Bianca. Una corsa in cui prima era in vantaggio Trump, poi era avanti Harris. E poi tutti giù a sbizzarrirsi con i perché vincerà lui, e poi i perché non perderà lei, in un saliscendi incredibile che nelle settimane prima del voto ha visto la democratica in netto vantaggio.
Sondaggi e pronostici sono stati un ottovolante, tanto per i candidati, quanto – se non soprattutto – per i lettori. I dati dovrebbero rappresentare il sentiment degli elettori, solo che l’elezione di Trump ha dimostrato di nuovo quanto siano spesso inaffidabili, tanto da chiederci se abbiano ancora senso in ambito politico.
Nel Sunday View numero 93 le elezioni americane diventano un pretesto: la scena se la prendono filosofi e ippopotami. Quindi bando alle ciance e buttiamoci nel pezzo di questa settimana!
NUMERI E CIOTOLE DI FRUTTA
Nel novembre del 2023, un sondaggio pubblicato dal New York Times – non certo l’Eco di zio Franco – aveva sancito che i repubblicani erano in vantaggio nei 5 stati decisivi per le elezioni: Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Pennsylvania. Un anno dopo, nei giorni immediatamente precedenti al voto, la Harris era data già seduta nello Studio Ovale di Washington. Una certezza e una spavalderia pari a quella espressa nel 2016, quando i sondaggi davano Hilary Clinton come vincente su Trump al 72%. Solo che sappiamo bene com’è andata a finire in entrambi i casi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.