Per arginare il lavoro nero, l’Italia sta introducendo regole più severe, soprattutto nel settore dell’edilizia. Questo cambiamento è destinato a riguardare anche le ristrutturazioni domestiche.
Cosa è successo
Come riporta l’ANSA, la bozza del nuovo Decreto Lavoro prevede sanzioni più severe per il lavoro nero nei cantieri. Le sanzioni saranno applicate a tutti gli appalti pubblici e ai lavori privati che superano i 70.000 euro.
La nuova normativa elimina la precedente soglia di 150.000 euro per gli appalti pubblici. In caso di non conformità, il responsabile del progetto può essere segnalato all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Per gli appalti privati, il limite è stato ridotto da 500.000 euro a 70.000 euro, pari all’incirca al costo di una ristrutturazione di una casa. In caso di verifica negativa, al committente verrà applicata una sanzione da 1.000 a 5.000 euro.
Le norme modificano quanto previsto dall’ultimo decreto Pnrr, che impone al responsabile dei lavori negli appalti pubblici, e al committente negli appalti privati, di verificare la congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva prima di effettuare il pagamento finale. In caso di esito negativo o di mancata regolarizzazione da parte dell’impresa affidataria dei lavori, la violazione viene segnalata all’ANAC per la valutazione dell’operato del responsabile dei lavori. Negli appalti privati, al committente viene comminata una sanzione pecuniaria da 1.000 a 5.000 euro.
Perché è importante
Questa iniziativa arriva sulla scia di un appello della Cgil Campania per fermare il crescente numero di morti sul lavoro. Le nuove norme mirano a garantire trasparenza e responsabilità nel settore delle costruzioni, salvaguardando così i diritti e la sicurezza dei lavoratori. L’abbassamento delle soglie e l’inasprimento delle sanzioni dovrebbero scoraggiare il lavoro nero e promuovere il rispetto delle leggi sul lavoro.
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