La variabile fondamentale secondo J.P.Morgan AM è il prezzo dell’energia: se si impenna di nuovo in Europa potrebbe indebolire l’euro, far salire l’inflazione e costringere la BCE a proseguire la stretta monetaria
Nelle ultime settimane l’inflazione nell’Eurozona è calata al 9,2% (dopo aver raggiunto un picco del 10,6%) trainata dal forte calo dei prezzi dell’energia – scesi a 70 dollari per megawattora contro il massimo di 300 dollari in estate – mentre i livelli di stoccaggio del gas continuano a essere elevati grazie a una stagione invernale finora (al 10 gennaio) più mite del previsto. Si tratta di un’iniziale inversione di tendenza rispetto a quanto accaduto nel 2022.
GENERI ALIMENTARI E INFLAZIONE IN ULTERIORE CALO
“Grazie al minor costo dell’energia i prezzi dei generi alimentari e l’inflazione strutturale, saranno ulteriormente ridotti. Secondo la nostra analisi, se i prezzi del gas rimangono ai livelli attuali, le importazioni di energia potrebbero diminuire dal 7% al 4% del PIL, un livello già raggiunto nei primi dieci anni del nuovo millennio” fanno sapere gli analisti di J.P.Morgan AM nell’ultimo Bond Bulletin. I quali, tuttavia, preferiscono che si chiarisca la situazione sul fronte dell’inflazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.