Le Pen non sfonda al primo turno, ma neanche il partito della spesa di Mélenchon, dal secondo turno potrebbe uscire un Parlamento impantanato con Macron che dà le carte. Verso il voto anche Londra
Alla “grande paura” che ha tenuto banco sui media nel weekend ha fatto seguito un sospiro di sollievo dei mercati dopo il risultato del primo turno delle politiche francesi, che ha visto l’estrema destra di Marine Le Pen arrivare a un terzo dei voti e la sinistra di Mélenchon fermarsi sotto il 30%, mentre il partito del presidente Macron resta indietro al terzo posto. Il focus degli investitori si era concentrato sul debito pubblico francese, che già viaggia l 112% del PIL e se la batte per dimensione assoluta con quello italiano, e potrebbe andare fuori controllo per politiche di spesa allegra, con tutte le ovvie conseguenze per lo spread degli OAT e per l’azionario più esposto, a cominciare dalle banche.
LE AGENDE DI LE PEN E MELENCHON
Macron era andato a picco nei sondaggi proprio per le sue politiche di austerità, mentre Parigi con altri, a cominciare dall’Italia, è finita in procedura di infrazione UE per deficit eccessivo. A preoccupare gli investitori era forse più l’agenda fiscale della sinistra di Mélenchon, che prevede un aumento della spesa pubblica di 150 miliardi l’anno accompagnato da un aumento salariale del 10% nel settore pubblico, e marcia indietro sulla riforma delle pensioni. Le Pen, che oltretutto ha tenuto nel cassetto il Manifesto 2022 che prevedeva un aumento della spesa di 100 miliardi l’anno, preoccupa forse meno, con l’impegno a tenere il bilancio in termini “ragionevoli” e portare il deficit al 3% del PIL entro il 2027…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.