Carlos de Sousa, Portfolio Manager, analizza le ragioni dell’indifferenza di fronte alla forte ripresa cinese e sottolinea che gli investitori pazienti e attenti alle tendenze in atto potrebbero essere ben ricompensati
Nonostante l’evidenza di una forte ripresa, e di una crisi immobiliare finalmente alla fase di risoluzione, i prezzi degli asset finanziari cinesi non sono riusciti a riflettere il miglioramento delle prospettive. La ripresa della Cina è in corso da fine 2022, quando il governo ha fatto una decisa inversione di rotta sul Covid. A cinque mesi dalla riapertura, molti i dati lo testimoniano: il PIL è cresciuto del 4,5% sostenuto, senza sorprese, dalla domanda interna, come nella maggior parte del mondo dopo la pandemia. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 5,8% nel primo trimestre e l’indice PMI dei servizi ha accelerato a 57,8 a marzo, mentre altri indicatori, come quelli su traffico, voli e merci che transitano nei porti, suggeriscono una forte ripresa in corso che potrebbe finire per superare la crescita del 5,5% nel 2023 prevista dal consenso.
SETTORE IMMOBILIARE TALLONE D’ACHILLE
Ma i mercati finanziari restano indifferenti, anche se si tratta di un dato importante per l’economia globale, perché la ri-accelerazione della seconda economia mondiale compenserà in parte la decelerazione delle economie avanzate. Carlos de Sousa, Portfolio Manager di Vontobel, analizza le cause del fenomeno, partendo dal settore immobiliare, che era diventato il tallone d’Achille nell’ultimo anno e mezzo, e ha iniziato a riprendersi. Sebbene sia più regolamentato e controllato dallo Stato rispetto ad altri Paesi, i prezzi delle case, nelle 70 città più grandi, sono stati in media in lento calo per diciassette mesi consecutivi, anche se il calo cumulativo è stato di appena il 3,3%…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.