È da poco passata la Giornata Mondiale della Terra, e il tema della sostenibilità sembra essere messo in secondo piano dai conflitti e dagli attriti internazionali. Ma è davvero così?
Ci sono tanti tipi di parole. Ci sono le parole composte, ci sono quelle che in inglese vengono chiamate “false friends”, ci sono anche le ‘parole al vento’, e infine ci sono le parole vuote.
Ecco, le parole vuote. Di quelle che anche solo nominarle, ci si rende conto di quanto poco contino. Magari per chi le pronuncia, oppure per chi le ascolta, o forse per entrambi. Una parola vuota è un involucro esteriore, ma il cui interno non conserva più la brillantezza di un tempo. Filosofi come Frege o Russell ci parlerebbero di Senso e Significato di ogni nome, ma di fronte a certi cortocircuiti del linguaggio quotidiano, anch’essi andrebbero un po’ in difficoltà.
Diciamocelo: la sostenibilità, ormai, è una parola vuota. Una di quelle che vuol dire tutto e niente, di quelle che viene comodo pronunciare, ma che difficilmente trasmette qualcosa di concreto. Dirla è facile, metterla in pratica molto meno. Questo è il succo.
E di chi è la colpa? Di chi imbratta dipinti e monumenti, facendo andare in odio l’ambientalismo? Di chi muove guerra, spostando in secondo piano l’attenzione per le tematiche ambientali? Di chi usa a sproposito questa parola fino a prosciugarla del suo significato?
Nel Sunday View di questa settimana proviamo a rispondere, per dimostrare che se il termine “sostenibilità” ormai rischia di essersi svuotato, non lo sono le intenzioni di chi lo ha tradotto in maniera più specifica. Anzi, tutt’altro.
PAROLE SOSTENIBILI
Da oltre 50 anni, alla data del 22 aprile è segnata la Giornata Mondiale della Terra. L’ha sottolineato Google qualche giorno fa con il suo doodle, lo hanno riportato i vari Tg, e ce l’hanno ricordato tutte le pagine social che seguiamo, ognuna a modo proprio. Difficile scappare da quest’informazione, insomma. Il tema scelto per l’Earth Day 2024 è “Il Pianeta contro la plastica”, con lo scopo dichiarato di ridurre questo materiale del 60% entro il 2040. Da questo proclama si passa agli eventi in tutto il mondo, non solo per il 22 aprile di ogni anno, ma anche per altre occasioni lungo il calendario. Ma quanto tutto questo si traduce concretamente in azioni a favore del pianeta che viviamo e che “festeggiamo”?..
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.