La DgComp darebbe il via libera a chiudere gli sportelli del Banco in Triveneto per evitare il rischio concentrazione. Il 9 luglio attesa la sentenza del Tar sul ricorso di piazza Gae Aulenti sul golden power
Un primo spiraglio importante nel dossier legato all’ops di UniCredit su Banco Bpm potrebbe aprirsi già nelle prossime ore da Bruxelles. Secondo fonti interne al DgComp, la stessa Direzione generale per la Concorrenza della Commissione europea si starebbe orientando verso una decisione favorevole alla cessione degli sportelli Bpm. Ovviamente se verrà approvata la fusione tra i due istituti. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma secondo quanto riporta oggi Repubblica, gli insider parlano di una crescente disponibilità dell’Antitrust europeo ad accettare i remedies già messi sul tavolo da UniCredit, in particolare la dismissione di circa 209 filiali. Un pacchetto che rappresenta il 14% della rete combinata post-fusione, prevalentemente localizzate nel Nord Est, tra Verona e il Triveneto.
VIA LIBERA ALLA CHIUSURA SPORTELLI BPM IN TRIVENETO
Il nodo più delicato per Bruxelles riguarda il rischio di eccessiva concentrazione in alcune aree geografiche, dove sia UniCredit che Banco Bpm vantano una storica presenza. La zona di Verona è emblematica, con l’eredità della ex Cariverona da un lato e della Popolare di Verona dall’altro. La cessione di sportelli in quest’area servirebbe proprio a sciogliere questo groviglio concorrenziale. La DgComp avrebbe accolto con favore la proposta di UniCredit non solo per la coerenza geografica, ma anche per l’equilibrio finanziario. Assieme agli sportelli, verrebbero ceduti circa 10 miliardi di depositi e 12 miliardi di prestiti, mantenendo intatto il rapporto depositi/impieghi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.