Per la casa d’investimento, che ha una view neutrale sul debito in valuta locale, è improbabile che la Cina post-crisi causi un’elevata volatilità dei prezzi degli asset sia all’interno sia all’esterno del Paese
Il piano per la ripresa economica presentato dal governo cinese è ben articolato e tiene conto delle diverse dinamiche economiche. Il freno del 3,7% alla crescita del PIL causato dalla crisi del settore immobiliare è stato più che compensato da una ripresa dei settori high-tech, verde e digitale. Settori che hanno contribuito per il 5,7% alla crescita del Pil quest’anno grazie in particolare alle esportazioni con tassi di crescita superiori al 20% su base annua per i pannelli solari e la produzione di batterie al litio. “Tuttavia, questa narrazione non sembra riflettere il sentiment sul campo” fa sapere Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets e Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay che quest’estate ha visitato diverse province cinesi, incontrando funzionari del governo locale e centrale, nonché dirigenti di aziende e imprenditori privati.
PESO NEUTRALE SUL DEBITO IN VALUTA LOCALE
“Dopo il viaggio, rimaniamo sottopesati sul debito cinese in valuta forte sia nei fondi corporate sia in quelli sovrani, date le valutazioni relativamente ridotte, mentre abbiamo una view neutrale sul debito in valuta locale. Nel complesso, riteniamo che una Cina post-crisi non offra agli investitori l’opportunità di generare rendimenti interessanti” spiega la manager che poi specifica il disallineamento tra i dati macro e il sentiment della popolazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.