A differenza degli ultimi 20-30 anni, potrebbero essere all’orizzonte rialzi dei prezzi drastici e generalizzati con un impatto su utili e merito di credito di molte società e aumento dei rendimenti obbligazionari
Le temporanee impennate degli ultimi 20-30 anni non hanno provocato un aumento generale dell’inflazione, ma stavolta potrebbe essere differente, per quattro motivi: prezzi dell’energia, una Cina che non esporta più deflazione, banche centrali più “politicizzate” e possibile impatto più duraturo delle strozzature post-pandemia. Quest’evoluzione avrà un impatto sugli utili e sul merito di credito di molte società, e farà aumentare i rendimenti obbligazionari, come sosteniamo da tempo. Lo sostiene Brad Tank, Chief Investment Officer—Fixed Income di Neuberger Berman, prevedendo che l’inflazione sarà uno dei maggiori argomenti di discussione tra gli investitori nel nuovo ciclo economico e oltre, e che i diciottenni di oggi potranno a ragion veduta essere definiti la “generazione dell’inflazione”.
INVERSIONE DI UN TREND STORICO
Nelle Prospettive settimanali del CIO, dal titolo “Generazione inflazione”, l’esperto di Neuberger Berman sottolinea che l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, le code ai distributori e i ritardi ormai cronici nella logistica, insieme all’ondata di vendite delle ultime due settimane sui titoli di Stato dei mercati sviluppati sta inducendo molti a rispolverare i vecchi manuali sull’inflazione. Nei prezzi dell’energia potrebbe essere iniziata l’inversione di un trend durato 120 anni, perché la transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio implica probabilmente per la prima volta in assoluto costi energetici strutturalmente più alti per l’industria e i consumatori…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.