Schroders, in un’analisi di David Rees, Senior Emerging Markets Economist, indica il ricorso agli swap, l’aumento aggressivo dei tassi e controlli sui movimenti di capitale, risorsa estrema ma da non escludere
Le banche centrali dei mercati emergenti cercano di contrastare il deprezzamento delle rispettive valute e molte hanno venduto una parte significativa delle riserve. La maggior parte ne dispone di sufficienti per evitare crisi, ma ulteriori pressioni potrebbero indurre a azioni più aggressive, come linee di swap e i rialzi dei tassi, fino a prendere in considerazione i controlli sui capitali se il dollaro continua a salire. David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders, sottolinea che la liquidità in valuta, e in particolare in dollari, è chiaramente sotto pressione per gli aggressivi rialzi dei tassi nei mercati sviluppati, il deterioramento delle esportazioni e l’avversione al rischio che determina deflussi di capitali.
I LIMITI DEL RICORSO ALLE RISERVE
La risposta è attingere alle riserve, in particolare, le banche centrali di Repubblica Ceca, Cile e Tailandia le hanno già ridotte di un quinto da quando il dollaro ha iniziato a salire. Rees nota che il calo delle riserve è stato esagerato dal calo del valore degli asset sottostanti, a causa del sell-off obbligazionario nei mercati sviluppati, che secondo alcune stime ha rappresentato oltre la metà del calo delle riserve valutarie degli emergenti. Se la vendita di riserve può aiutare a smussare gli aggiustamenti del cambio, raramente cambia completamente la direzione di marcia, e a un certo punto l’intervento diretto sui mercati valutari diventa insostenibile se le riserve diventano insufficienti…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.