Secondo David Riley (BlueBay Asset Management) durante la crisi gli istituti europei hanno rappresentato una fonte di stabilità e ora potrebbero riservare opportunità per gli investitori
La pandemia da Covid-19 e i relativi lockdown hanno provocato un profondo shock economico che ha messo a dura prova quasi tutti i settori di Borsa. Per le banche europee, si è trattato di uno stress test molto severo che ha però permesso di verificare la tenuta dei cambiamenti strutturali apportati dopo la crisi finanziaria globale e la crisi del debito dell’Eurozona. “Nonostante lo stress dovuto a crescenti perdite legate ai prestiti e al calo dei profitti, gli istituti europei hanno rappresentato una fonte di stabilità, continuando a fornire finanziamenti a imprese e famiglie, oltre che a costituire un canale cruciale per il supporto politico all’economia più in generale” fa sapere David Riley, Chief Investment Strategist, BlueBay Asset Management.
LA DIFFERENZA CON LA GRANDE CRISI FINANZIARIA DEL 2008-2009
Infatti, a differenza di quanto accaduto dopo la grande crisi finanziaria del 2008-2009, stavolta le banche non hanno amplificato lo shock economico ma, anzi, ne hanno attutito i danni. Il settore è stato capace di esprimere resilienza, grazie all’insieme delle norme introdotte dalle autorità di controllo che ne hanno potenziato i fondamentali nel corso dell’ultimo decennio in previsione di eventuali shock esterni e di nuovi scenari di stress senza ricorrere ai soldi pubblici. Il risultato è riflesso in un capitale CET1 (la componente primaria del capitale) delle banche europee ora posizionato al 16% (quasi raddoppiato), oltre che nell’ampia liquidità disponibile e nel miglioramento delle pratiche di risk management…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.