Ottobre è il mese lungo delle valutazioni economiche: in attesa dei primi verdetti, già si fanno spazio le indiscrezioni di chi vede un passo indietro del nostro Paese. Quali sono i motivi e quali gli scenari futuri?
Un mezzo sorriso tirato sulle labbra e la stanchezza affogata nel bicchierino di plastica del caffè della macchinetta. Una borsa o uno zaino vintage, magari anche di dubbio gusto, qualche libro sotto braccio e un programma da rispettare cascasse il mondo. Il prof o la prof che entra in aula, il rumore delle sedie che gratta il pavimento e gli studenti che prendono posto.
Nessuno di loro ha voglia di sapere come sono andate le verifiche, figurarsi quando le verifiche sono tre.
20 ottobre, 10 e poi 17 novembre. Standard & Poor’s, Fitch e poi Moody’s. Questo è il trittico di fuoco che aspetta l’Italia al varco. In meno di una settimana si avrà il primo verdetto sull’andamento del nostro Paese e sulle prospettive della nostra economia. Un verdetto che potrebbe essere tutto sommato buono, o per lo meno non negativo. Potrebbe, ma dovremmo inanellare tre giudizi positivi in fila, e come leggerete più avanti, rischiamo di scivolare su uno in particolare.
Questa domenica diamo una sbirciata alle scelte delle agenzie di rating, alle motivazioni che le muovono e alle indiscrezioni che potrebbero trovare conferma nelle settimane a venire. E scusate se la metafora con la scuola può non piacere, ma tanto sapete che la campanella suona tra meno di tre paragrafi.
MALE MA…
“Un significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti”. Come dire: peccato, stavi andando così bene. Con una frase, l’agenzia di rating americana Fitch assume i panni della vecchia prof di matematica. Quella che vorrebbe darci la sufficienza eh, ma proprio non può…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.