Rispetto alla media globale, in Italia la modalità digitale è meno utilizzata dagli investitori. Ma a livello internazionale la propensione a investire con metodi innovativi è in crescita
Capire come, perché e in quale modo si investe nel mondo. Per farlo Amundi, in collaborazione con alcuni partner in Europa e in Asia, ha commissionato una ricerca che ha coinvolto 4.186 investitori retail di età compresa tra i 21 e i 69 anni in 11 mercati europei e asiatici. Lo studio ha evidenziato una crescente tendenza ad investire in modo digitale: lo fa il 64% degli intervistati (con il 25% che utilizza solo questa modalità) mentre il 39% ha dichiarato di preferire un approccio ibrido.
ITALIANI MENO PROPENSI AL DIGITALE
Se nel mondo due terzi degli investitori retail opta per la modalità digitale, in Italia la quota scende al 43%. Tornando ai dati complessivi della ricerca, si evince che a determinare la scelta del digitale non è tanto l’età, quanto la disponibilità. Inoltre, il 53% di chi sceglie la modalità digitale lo fa senza avvalersi dei servizi di un professionista degli investimenti. Tuttavia, gli investitori continuano a fare affidamento su una consulenza finanziaria qualificata, con 2 intervistati su 5 che si rivolgono a un consulente professionista quando investono una somma pari a un anno di stipendio. Sul tema dell’utilizzo di un consulente finanziario professionista, emerge ancora una volta una differenza tra l’Italia, dove il 61% degli investitori retail si avvale di tali servizi, e il resto del mondo, dove la quota si ferma al 46%…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.