Il cybercrime costa l’1,3% del PIL globale, ma Patrick Lemmens, Portfolio Manager Global FinTech Equities di Robeco, sottolinea che il mercato della cybersecurity offre anche interessanti spunti di investimento
La pandemia è stata una manna per gli hacker. Con molte attività costrette a spostarsi online, il crimine informatico è fiorito. Secondo un rapporto di Canalys, società di analisi del settore tecnologico, nel 2020 sono stati rubati non meno di 30 miliardi di record di dati, più che in tutti i precedenti 15 anni, mentre un altro rapporto del think thank USA Center for Strategic and International Studies e McAfee ha stimato che le perdite mondiali dovute alla criminalità informatica sono aumentate bruscamente lo scorso anno, a circa 945 miliardi di dollari. La spesa globale per la sicurezza informatica è stimata a oltre 145 miliardi di dollari, portando il costo complessivo del crimine informatico a quasi 1.100 miliardi di dollari, pari all’1,3% del PIL mondiale, con un aumento di oltre il 50% rispetto al 2018.
UN TREND DI LUNGO TERMINE
Parte da questi dati l’analisi di Patrick Lemmens, Portfolio Manager Global FinTech Equities di Robeco, secondo cui un’inversione di tendenza è improbabile, anche con l’affievolirsi della pandemia e il ritorno alla normalità, il che significa che le aziende dovranno continuare a investire in infrastrutture di sicurezza informatica, in particolare nei servizi finanziari. L’Interpol ha messo in guardia sul tasso allarmante di cyberattacchi visto nei primi quattro mesi del 2020, durante i rigidi lockdown, e ha pronosticato un ulteriore aumento nel futuro, perché trend strutturali come l’e-commerce e il lavoro da remoto continuano a svilupparsi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.