Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, ritiene che l’economia USA può assorbire tassi più alti e continuare a crescere sostenuta. Ma possono innescarsi temporanee avversioni al rischio
L’inflazione negli Stati Uniti viaggia al 6,2%, ai massimi dal 1990, spinta soprattutto dai rincari dell’energia e degli alimentari, nonostante segni comunque un incremento del 4,6% anche escludendoli, mentre il timore di una riduzione degli acquisti della Fed molto più rapida proprio per combatterla possa preludere a un rialzo anticipato dei tassi. Come risultato l’azionario si è deprezzato mentre i mercati obbligazionari hanno invertito la rotta, con un rialzo dei prezzi e conseguente calo dei rendimenti alimentato anche dai timori sul nuovo ceppo Omicron del Covid, iniziando anche a scontare un aumento anticipato dei tassi da parte della Fed ora previsto a maggio del 2022.
CURVA PIÙ RIPIDA
Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, sottolinea che la curva dei futures sui tassi dei Fed Funds è diventata più ripida di fronte a questa evoluzione nella previsione che la riunione del FOMC prevista a maggio 2022 annuncerà nuove politiche relative ai tassi. Sulla base della curva degli swap, le aspettative di rialzo dei tassi sembrano puntare di più verso un livello dell’1,75%, rispetto all’attuale 0,25%, osserva van der Welle, il che implica un tasso di equilibrio relativamente basso rispetto ai precedenti cicli di rialzi, il che sta esercitando una forza di attrazione sui rendimenti dei Treasury a 10 anni. Invece le azioni sono influenzate anche dalla variante Omicron che ha causato restrizioni nei trasporti e ulteriori misure di contenimento in Europa…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.