Alla frantumazione politica del vecchio continente, dopo il voto Usa si aggiunge la fiacchezza delle Borse, che finora avevano retto bene, mentre la debolezza obbligazionaria contagia anche il Bund
L’onda d’urto della vittoria schiacciante di Donald Trump si è fatta quasi sentire più su questa sponda dell’Atlantico che su quella americana, ma media e commentatori si sono concentrati sull’aspetto politico, schierati soprattutto nella denuncia per il pericolo sovranista che il presidente eletto può rappresentare e meno sulle opportunità che può offrire a un’Europa in piena crisi proprio nel cuore franco-tedesco. Dagli investitori globali è arrivato un verdetto diverso, che ha premiato dal 6 novembre Wall Street con un guadagno del3,7% dell’S&P 500 alla chiusura di venerdì 8 mentre le Borse europee misurate dall’Euro Stoxx hanno fatto più o meno lo stesso percorso, ma al ribasso, con Londra al seguito.
Wall Street e azioni europee su strade diverse (S&P 500 in nero, Euro Stoxx 50 blu, FTSE chiaro)
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TENSIONI SUI TITOLI DI STATO IN USA E EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE
Il rendimento dei titoli di Stato nelle due aree si sono mossi più all’unisono, al rialzo, ma per motivi diversi. In USA prevalgono i timori di inflazione e di una Fed più cauta nell’allentare, mentre in Europa si assiste all’inedito scenario di un Bund tedesco indebolito dalla crisi di governo, innescata dal licenziamento del ministro delle Finanze Lindner, un fautore dell’austerity, mentre il cancelliere Scholz vorrebbe ricorrere alla leva fiscale per sostenere un’economia colpita al cuore industriale. Per sciogliere il dilemma ci vorranno probabilmente elezioni anticipate. Intanto la Francia è alle prese con problemi simili, con Macron che lotta per far digerire una manovra lacrime e sangue mentre il debito galoppa, ed ha superato quello Italiano in termini assoluti…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.