Mancano le condizioni per una crescita dimensionale che metta le banche europee in grado di competere con i big Usa nel business più ricco. Rischio comunque contenuto e opportunità in Italia
Il blitz in Germania di UniCredit, apprezzato dalla capa della Bce Christine Lagarde ma non dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha forse aperto uno spiraglio in direzione della nascita di un campione europeo del credito in grado di tener testa ai colossi Usa, ma per ora ha soprattutto cambiato le carte in tavola del risiko bancario italiano. Di fatto con la scalata a Commerzbank la banca guidata da Andrea Orcel sembra uscire definitivamente dalla partita che ha come posta principale MPS, lasciando spazio a Banco BPM e a Unipol-Bper, con possibile inserimento di terze parti come Pop Sondrio.
ANCORA TROPPI TASSELLI NON SONO A POSTO IN EUROPA
Ma resta un gioco tutto italiano, mentre per l’avvio di una grande partita europea di aggregazioni mancano ancora molti tasselli, a cominciare dal completamento dell’Unione Bancaria Europea, con una garanzia unica dei depositi, e di quella fiscale. Il senso economico delle fusioni è però completamente cambiato rispetto a solo qualche anno fa, quando la crescita delle banche via acquisizioni si misurava soprattutto in numero di sportelli e dimensione della clientela retail. L’avanzata del fintech e del digitale ha fatto diventare gli sportelli un costo da alleggerire…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.