Marco Mencini, Head of Research di Plenisfer Investments SGR, analizza i fattori di supporto legati al ritorno del nucleare e prevede una risalita dei prezzi sia a breve che a lungo termine
Negli ultimi dodici mesi i prezzi spot dell’uranio si sono consolidati intorno ai 70 dollari la libbra, più del doppio rispetto al prezzo medio del 2016-2021, ma ancora lontano dal picco di inizio 2024 di oltre 100 dollari. Ma si tratta solo di una pausa di un superciclo strategico, secondo Marco Mencini, Head of Research di Plenisfer Investments SGR, che sottolinea che il recente calo è dovuto a dinamiche di breve termine e che l’attuale fase di mercato è una fisiologica pausa, che segue un’accelerazione durata oltre due anni e che non altera la traiettoria del ciclo secolare in corso. Plenisfer considera 70 dollari il nuovo floor del prezzo dell’uranio e si aspetta una risalita progressiva a breve termine verso gli 80 dollari e, nel medio termine, verso i 100 dollari, stima supportata dall’analisi delle dinamiche e dei fondamentali del settore.
DOMANDA IN CRESCITA E DEFICIT DI OFFERTA
Tra i fattori a supporto di una domanda in crescita Mencini cita un deficit di uranio strutturale, con la domanda globale in crescita costante stimata in circa 195 milioni di libbre nel 2025, a fronte di una produzione primaria tra 155 e 160 milioni, e un deficit annuo che supera 30 milioni di libbre. La domanda continua ad essere trainata dalle nuove politiche energetiche con la costruzione di 63 impianti nucleari al mondo, e ora si è aggiunto un nuovo attore chiave rappresentato dagli USA con il “Trump Act” che punta a quadruplicare la capacità da 100 a 400 GW entro il 2050 grazie anche a un percorso autorizzativo rapido, un programma pilota per tre reattori modulari, potenziamenti di impianti esistenti e riaperture…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.