Carte coperte fino all’ultimo hanno consentito un blitz senza speculazioni su Monte dei Paschi di Siena che ha colto di sorpresa, mettendo al centro del risiko Banco Bpm in una prospettiva che investe il risparmio gestito in crescita
Poteva essere l’ennesima storia di distruzione di valore per uno storico asset italiano, un copione a cui certo non mancano precedenti nell’ultimo quarto di secolo. E invece la vicenda Monte dei Paschi di Siena si avvia al lieto fine con la zampata vincente tutta italiana messa a segno dal Governo, con la tessitura riservata e sapiente del ministro dell’Economia Giorgetti, in collaborazione con nomi ancora importanti del capitalismo italiano, da Delfin a Caltagirone. Un ruolo decisivo è stato comunque giocato da Banco BPM, la popolare risorta a ruolo di protagonista del risiko sotto la guida di Giuseppe Castagna. Il banchiere, approdato dalla guida di Piazza Meda un decennio fa, è stato l’anima imprenditoriale del blitz, che ha giocato in tandem con l’Opa lanciata su Anima, la Sgr non a caso anch’essa entrata nell’operazione di accelelerated bookbuilding condotta con una maestria da veterani di Wall Street.
UN ANNO DOPO IL TESORO INCASSA ANCHE UN SOCIO FORTE
Un’operazione da manuale, quella che ha consentito al Tesoro di cedere un altro 15% della storica banca senese, incassando 1,1 miliardi e scendendo all’11%, perché ha colto tutti di sorpresa, in Italia e all’estero, senza fughe di notizie che avrebbero potuto innescare dannose speculazioni di Borsa, nonostante la molteplicità dei soggetti coinvolti e la conoscenza di quanto stava per essere annunciato al mercato. Ricapitoliamo, a un anno quasi esatto dall’avvio della privatizzazione, il Tesoro vende la terza tranche di MPS a un prezzo che incorpora un premio del 5% ingaggiando un importante nuovo socio forte, Banco BPM appunto con al fianco Anima, in una manovra a tenaglia che ha visto protagonisti anche Caltagirone e la Delfin dei Del Vecchio…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.