La Commissione Europea ha espresso un giudizio formale sui conti pubblici italiani, approvando con riserva la manovra per il 2024. Nonostante alcune misure siano in linea con le raccomandazioni, restano preoccupazioni sull’elevato deficit e sull’efficacia di alcune politiche strutturali adottate dal governo Meloni.
Cosa è successo
La Commissione Europea ha richiamato l’Italia per il suo deficit pubblico, che supera i parametri del Patto di Stabilità. Pur approvando il bilancio, l’UE ha richiesto un percorso di rientro con l’attuazione di specifiche riforme. Le critiche principali riguardano il mancato utilizzo dei risparmi derivanti dall’eliminazione graduale delle misure energetiche per ridurre il disavanzo pubblico, mettendo così in dubbio l’efficacia del piano complessivo.
Il deficit italiano, tra i più alti in Europa, ha spinto Bruxelles a includere il nostro Paese tra quelli che potrebbero essere soggetti a una procedura di infrazione per deficit eccessivo. L’Italia, insieme a Francia e Belgio, ha superato i limiti consentiti anche nel 2023, mentre altri Paesi, come la Spagna, sono rientrati nei parametri previsti.
Le principali raccomandazioni includono l’urgenza di ridurre il cuneo fiscale, semplificare il sistema tributario e migliorare la trasparenza nelle concessioni pubbliche. Inoltre, l’UE sottolinea la necessità di accelerare l’attuazione delle riforme previste dal PNRR per rafforzare la crescita economica e ridurre il rapporto debito/PIL nel lungo termine.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, ha ribadito l’importanza di mantenere rigore nella spesa pubblica, evitando tuttavia un ritorno a politiche di austerità, e ha invitato l’Italia a migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
Perché è importante
L’attenzione dell’UE ai conti italiani non è solo una questione tecnica, ma ha un impatto diretto su molte politiche economiche. Il governo dovrà trovare risorse per finanziare misure chiave come il taglio del cuneo fiscale, che rischia di essere abbandonato nel 2025, con ripercussioni negative sulle buste paga di milioni di lavoratori.
La pressione sui conti pubblici potrebbe tradursi in nuove tasse o tagli alle agevolazioni, come quelle sulla casa e sulla scuola, penalizzando famiglie e imprese. L’incertezza fiscale segnalata dalla Commissione rischia inoltre di indebolire la fiducia degli investitori e rallentare la crescita economica.
Infine, l’Italia è chiamata a un difficile equilibrio tra cautela nella spesa e utilizzo efficiente dei fondi europei. Con il PNRR ancora in fase di attuazione, il rischio di perdere risorse chiave per mancanza di capacità gestionale rappresenta una sfida importante per il governo e il futuro economico del Paese.
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