In Italia, il conto corrente non è più soltanto uno strumento di gestione quotidiana, ma un vero e proprio specchio della posizione fiscale. Attraverso l’Anagrafe dei rapporti finanziari, le banche trasmettono i dati delle operazioni all’Agenzia delle Entrate, che li analizza con sistemi digitali sempre più sofisticati. Versamenti, prelievi, bonifici ed esportazioni di fondi: ogni movimento rilevante può generare segnalazioni e approfondimenti.
Cosa è successo
Secondo un’analisi pubblicata il 20 agosto 2025, anche piccoli importi movimentati frequentemente possono attirare l’attenzione dell’Agenzia. Tra i comportamenti più a rischio vi sono:
- frazionare i versamenti di una somma ingente per restare sotto le soglie operative;
- usare il conto come semplice canale di passaggio, con entrate e uscite ravvicinate e saldo costantemente nullo;
- movimentazioni incoerenti con il reddito dichiarato o con il profilo del contribuente.
Le soglie più sensibili sono fissate a 10.000 euro al mese per versamenti o prelievi in contanti e a 5.000 euro per trasferimenti oltreconfine. Oltre questi livelli, la segnalazione automatica scatta e il caso viene trasmesso all’Unità di informazione finanziaria (UIF). Nemmeno chi cerca di operare “fuori dal conto” è al riparo: assegni circolari, vaglia e bonifici cash allo sportello sono tracciati e comunicati al Fisco.
A supporto della vigilanza c’è l’evasometro operativo dal 2024, che confronta dati bancari e dichiarativi: la segnalazione emerge se lo scostamento supera il 20% con un divario minimo di 70.000 euro. Accanto a questo sistema operano SERPICO, che incrocia milioni di dichiarazioni fiscali con altre banche dati, e l’Anagrafe tributaria, aggiornata oggi anche con le posizioni in criptovalute tramite la normativa europea DAC8.
Perché è importante
La stretta sui conti correnti evidenzia un trend chiaro: l’Italia, in linea con l’Europa, punta a trasparenza totale nei movimenti finanziari. Per i contribuenti ciò significa che la serenità fiscale passa da coerenza, documentazione e tracciabilità: ogni versamento deve essere giustificato e compatibile con i redditi dichiarati.
Il messaggio è duplice: per chi agisce in regola i controlli non rappresentano un problema, ma per chi cerca stratagemmi o frazionamenti, il rischio di segnalazioni e verifiche è ormai altissimo. In altre parole, il contante non è più un rifugio: è la prima fonte di allerta per il Fisco digitale di nuova generazione.
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Foto: Andrey_Popov/Shutterstock