Il cantiere della prossima Legge di Bilancio è ufficialmente aperto e le priorità si moltiplicano. Sul fronte fiscale, il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini rilancia la proposta di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, indicandola come obiettivo centrale non solo per il suo partito, ma per tutto il governo. Parallelamente, l’esecutivo lavora su due nodi cruciali: taglio dell’Irpef al ceto medio e nuove misure per la natalità.
Cosa è successo
Salvini ha ribadito nelle ultime ore di avere già discusso la misura con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dichiarandosi “ottimista” sul via libera: «Per noi sarà una priorità, ma deve esserlo per tutto il governo». Il leader leghista sottolinea come l’attuale contesto economico, fatto di spread ai minimi, Borsa in crescita e occupazione ai massimi, consenta margini per “osare”.
Sul piano parlamentare, la commissione Finanze del Senato punta a chiudere entro settembre l’iter della quinta rottamazione promossa dalla Lega. Più cauto il viceministro delle Finanze Maurizio Leo, che invita a mantenere coerenza e realismo, ricordando che sul magazzino dei crediti fiscali è al lavoro una commissione ministeriale ad hoc.
Accanto alla pace fiscale, resta in agenda la promessa di taglio dell’Irpef, con l’ipotesi di riduzione dal 35% al 33% della seconda aliquota, estendendo lo scaglione di reddito fino a 60mila euro. Un intervento dal costo stimato di circa 4 miliardi.
Sul fronte sociale, invece, la priorità è contrastare il cosiddetto inverno demografico. Dopo i 6 miliardi stanziati nella scorsa manovra per i bonus natalità e congedi, il governo valuta ora di rafforzare strumenti già esistenti e introdurne di nuovi, compatibilmente con le risorse disponibili.
Perché è importante
Le misure in discussione avranno un impatto diretto su famiglie, imprese e conti pubblici. La rottamazione rappresenta un aiuto immediato per milioni di contribuenti gravati da debiti fiscali, ma solleva dubbi in termini di sostenibilità e principio di equità. Il taglio Irpef può sostenere i redditi medi e stimolare la domanda interna, ma richiede coperture significative.
Infine, gli incentivi alla natalità si collocano in una prospettiva di lungo periodo: senza interventi strutturali, il calo demografico rischia di compromettere crescita economica e sostenibilità del sistema pensionistico. Per questo la manovra diventa un banco di prova fondamentale per il governo Meloni.
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Foto: Zhanna Hapanovich/Shutterstock