Nel 2025, la mappa dei paradisi fiscali si sta trasformando, influenzando profondamente i movimenti di capitale italiani. Dopo anni di predominio elvetico, nuove mete come Abu Dhabi, Turchia e Russia emergono come destinazioni privilegiate per i flussi finanziari esteri. Il cambio di rotta è stato innescato da nuove regolamentazioni internazionali e da accordi bilaterali che hanno spostato gli equilibri.
Secondo l’Unità di informazione finanziaria (UIF) della Banca d’Italia, nel secondo semestre del 2024 Abu Dhabi ha attratto 8 miliardi di euro, mentre Turchia e Russia hanno registrato 6 miliardi ciascuna. Nel 2019 la Svizzera da sola totalizzava 22,5 miliardi, ma l’accordo del 2023 tra Roma e Berna ha escluso il paese alpino dalla lista dei paradisi fiscali, modificando radicalmente le rotte del denaro.
Cosa è successo
Abu Dhabi è diventata la nuova meta principale dei capitali italiani grazie alla sua fiscalità vantaggiosa e a una normativa antiriciclaggio meno stringente. In soli cinque anni, i flussi verso l’emirato sono più che triplicati, passando da 2,5 a 8 miliardi di euro. Questo balzo evidenzia l’attrattiva crescente di nuove piazze finanziarie extraeuropee.
Anche Turchia e Russia hanno visto un’impennata nei rapporti finanziari con l’Italia. Entrambi i paesi offrono condizioni regolamentari più flessibili rispetto agli standard europei, diventando poli di riferimento per i trasferimenti transfrontalieri di denaro. Il tutto avviene in un contesto di minore trasparenza e controllo.
Oltre ai nuovi protagonisti, la UIF ha acceso i riflettori su Croazia e Bulgaria, finite nella “lista grigia” del GAFI. Le due nazioni dell’Est Europa presentano vulnerabilità nei controlli antiriciclaggio, attirando l’interesse di chi cerca opacità fiscale. Il calo nei flussi totali, da 50,5 a 49,3 miliardi, risente dell’esclusione della Svizzera dalle statistiche.
Perché è importante
L’emergere di nuovi paradisi fiscali segnala un cambio strutturale nei movimenti di capitale italiani, con potenziali ricadute su evasione e riciclaggio. La crescente opacità dei nuovi hub finanziari rende più complessa la tracciabilità dei flussi.
L’esclusione della Svizzera ha aumentato il rischio di attività illecite, facendo perdere visibilità agli organi di controllo italiani. Questo spiega la necessità di rafforzare gli strumenti di monitoraggio e adattarli a scenari meno trasparenti.
In ultima analisi, l’evoluzione delle rotte finanziarie richiede una risposta strategica da parte delle istituzioni italiane, sia a livello normativo che di cooperazione internazionale, per evitare che i capitali sfuggano al controllo legale.
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Foto: Stockinasia tramite Shutterstock