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    Italia al 21° posto per stipendio medio secondo l’Ocse

    Il report Ocse 2023 colloca l'Italia al 21° posto per stipendio medio in Europa, con un incremento dell'1,8%
    Benzinga NeuroBy Benzinga Neuro03/09/2024 Generale 2 min. di lettura
    Italia al 21° posto per stipendio medio secondo l’Ocse
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    Il report più recente dell’Ocse colloca l’Italia al 21° posto su 34 per stipendio medio, nonostante un incremento dell’1,8% rispetto al 2022.

    Cosa è successo

    Il report annuale dell’Ocse ha rivelato che nel 2023 la retribuzione lorda annua media degli italiani è stata di 44.893 euro. Questo rappresenta un incremento dell’1,8% rispetto al 2022. Tuttavia, l’Italia si trova ancora nella parte bassa della classifica dei paesi Ocse, al 21° posto su 34.

    La retribuzione media italiana è significativamente inferiore rispetto alla media Ocse di 53.416 euro, posizionandoci al di sotto di nazioni come Austria, Belgio, Germania e Francia. L’Islanda si colloca al primo posto con un salario annuo medio di 79.473 euro, mentre Grecia e Messico sono all’ultimo posto con stipendi intorno ai 16.600 euro.

    Il report evidenzia anche problemi strutturali persistenti in Italia, come l’aumento limitato delle retribuzioni nelle grandi aziende e il divario di genere. “Anche se non dovrebbe essere così, il genere è una caratteristica individuale che determina alcune significative differenze salariali”, afferma il report.

    La differenza salariale tra uomini e donne è del 7,3%, con un indice più elevato tra i colletti bianchi (9,9%), mentre scende al 5,5% tra quadri e dirigenti. Le variazioni salariali dipendono da diversi fattori, tra cui il contesto normativo del lavoro e le differenze inflazionistiche tra i vari Paesi.

    Perché è importante

    Il report sottolinea che i salari reali in Italia sono ancora inferiori di circa il 7% rispetto ai livelli pre-Covid, facendo dell’Italia il Paese dell’Unione Europea più colpito economicamente dalla pandemia. Questo dato sottolinea l’importanza di politiche economiche e sociali che promuovano la crescita salariale e riducano le disparità di genere.


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