Il Consiglio dei Ministri concede una nuova opportunità a due regioni chiave del Centro Italia: la Zona Economica Speciale arriva anche in Marche e Umbria.
Cosa è successo
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato ad Ancona che il CdM approverà oggi l’estensione della Zona Economica Speciale a Marche e Umbria. “Abbiamo scelto di dare a questo territorio una opportunità in più”, ha sottolineato Meloni, confermando così l’impegno del governo nei confronti delle regioni dell’Italia centrale.
In prima fila all’Auditorium Tamburi di Ancona il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il vicepremier Antonio Tajani e, in collegamento, l’altro vicepremier Matteo Salvini.
Acquaroli ha evidenziato come in questi anni “le Marche abbiano ricreato un’attenzione e una strategia complessiva che ha permesso di lavorare su moltissimi progetti”, segnalando la “costante attenzione” dell’esecutivo non solo verso le Marche, ma anche rispetto alle regioni con aree interne e della dorsale adriatica, “territori che negli anni hanno sofferto per la mancata considerazione”.
Il governatore ha poi rimarcato il ruolo del governo nella ricostruzione post-sisma 2016, sottolineando “l’accelerazione che ha permesso di restituire case e servizi alle comunità colpite”, e ha lodato la gestione della post-alluvione 2022, quando “la risposta tempestiva ha garantito ristoro e sicurezza a famiglie, imprese e territori”.
Durante il suo intervento, Salvini ha dichiarato che “il centrodestra vincerà nelle Marche non per motivi giudiziari, ma perché in cinque anni ha saputo cambiare la regione”. Salvini ha inoltre annunciato che mercoledì verrà approvato il progetto definitivo per l’avvio dei lavori del ponte sullo Stretto di Messina.
Perché è importante
L’allargamento della Zona Economica Speciale a Marche e Umbria rappresenta una leva strategica per la crescita e lo sviluppo delle regioni centrali, tradizionalmente meno valorizzate rispetto alle aree costiere e del nord del paese. L’intervento del governo viene riconosciuto dalle istituzioni locali come una svolta tanto per la rigenerazione post-terremoto quanto per la gestione del rischio idrogeologico dopo eventi calamitosi.
Questa misura punta a favorire investimenti e competitività locale, accelerare la ricostruzione e creare un clima di maggiore fiducia tra imprese e famiglie, segnando un capitolo centrale nell’agenda politica ed economica dell’Italia di domani.
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Foto: Shutterstock