Le azioni Generali si mantengono sostanzialmente stabili intorno ai 33 euro nella seconda seduta della settimana, mostrando un andamento piatto che non modifica il calo mensile del 3%, né l’ottima performance da inizio 2025, con un rialzo vicino al 20%. Nonostante la mancanza di variazioni di prezzo, la giornata è stata ricca di segnali potenzialmente importanti per i trader, soprattutto dopo l’upgrade del rating e avanzamenti nel piano di buyback.
Cosa è successo
L’agenzia Fitch ha migliorato la valutazione finanziaria di Generali, portando il suo Rating di Solidità Finanziaria (IFSR) da A+ ad AA-, e il rating a lungo termine da A ad A+, mantenendo l’outlook stabile. L’upgrade riflette la solidità del business, la robusta capitalizzazione, la bassa leva finanziaria e i risultati recenti del gruppo. Inoltre, il miglioramento del rating sovrano dell’Italia ha influito positivamente su questa valutazione.
Parallelamente, Generali ha aggiornato il proprio piano di buyback: tra il 15 e il 19 settembre ha riacquistato 1,5 milioni di azioni a un prezzo medio di 32,81 euro, portando la quota di azioni proprie detenute al 2,56% del capitale complessivo. Questa operazione è finalizzata a rafforzare la struttura patrimoniale e creare valore per gli azionisti.
Tuttavia, nonostante queste notizie price sensitive, il mercato ha reagito con indifferenza. A pesare potrebbe essere la decisione di Unicredit di scendere sotto al 2% nel capitale Generali, segnando un progressivo disimpegno iniziato già da inizio 2025. Questo taglio di partecipazione, motivato da divergenze strategiche, ha probabilmente attratto più attenzione degli investitori rispetto alle novità positive.
Perché è importante
L’upgrade di Fitch rappresenta un riconoscimento della solidità patrimoniale e della capacità del gruppo di fronteggiare turbolenze di mercato, aumentando la fiducia degli investitori istituzionali e potenzialmente migliorando i costi di finanziamento. Il buyback rafforza la struttura del capitale, segnalando un impegno concreto verso la creazione di valore.
Tuttavia, la riduzione significativa della partecipazione di Unicredit, da partner industriale a semplice azionista marginale, cambia le dinamiche di governance e sostegno azionario, un fattore che potrebbe frenare l’entusiasmo del mercato nel breve termine. Il futuro andamento delle azioni dipenderà dalla capacità di Generali di consolidare la propria posizione e di rassicurare gli investitori sulla direzione strategica, in un contesto economico ancora incerto.
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Foto: SAI-SU-PAW-KA / Shutterstock