In una seduta di mercato all’insegna della prudenza, Barclays ha messo sotto la lente un ampio gruppo di principali banche italiane (Banco BPM, MPS, Credem, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e UniCredit), molte delle quali quotate nel FTSE MIB, offrendo una bussola preziosa per orientare i propri investimenti.
Cosa è successo
Nonostante il FTSE MIB viaggi in area positiva (alle 16:45 il principale indice milanese segnava +0,53% a 39.971 punti), le azioni bancarie hanno mostrato oggi un quadro eterogeneo: BPER Banca era in calo di circa -2,4% a 7,448 euro e Banca Popolare di Sondrio perdeva circa -2,3% a 11,775 euro; Monte dei Paschi oscillava vicino alla parità con un lieve segno meno (-0,29% a 6,916 euro), mentre Banco BPM gravitava anch’essa in area di equilibrio con un lieve rialzo frazionale (circa +0,3% a 10,315 euro). UniCredit resisteva e segnava un progresso di poco superiore al mezzo punto percentuale (circa +0,5% a 57,63 euro nell’aggiornamento pomeridiano).
Secondo BorsaInside, Barclays ha deciso di dipanare il groviglio con un report che aggiorna in un’unica nota la copertura su sei tra le principali banche italiane. Gli analisti inglesi hanno scelto di non stravolgere le loro raccomandazioni, ma di dare una spinta (o piccoli aggiustamenti) ai prezzi obiettivo, aprendo nuovi spazi di upside laddove vedono maggior potenziale.
Per Banco BPM la raccomandazione rimane Overweight, con target price fissato a 11,10 euro (da 11,00), a fronte di una quotazione attuale intorno a 10,31 euro e di un progresso di circa +32% da inizio 2025. Segno che il titolo di Piazza Meda nasconde ancora margini di recupero secondo la casa d’affari.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Intesa Sanpaolo conserva il rating Overweight e punta a 5,60 euro (da 5,50), rispetto ai circa 4,92 euro delle ultime contrattazioni e a un rialzo di circa +27% YTD. Due storie di sovrappeso che chiedono di essere raccontate con occhi attenti.
Per Mediobanca, il report assegna un Equalweight e un target a 18,50 euro (da 18,40), in bilico rispetto ai ~18,23 euro di mercato; la performance da inizio anno è di circa +29%, non “ultimo anno” come spesso si tende a dire in modo impreciso.
Monte dei Paschi riceve lo stesso giudizio (Equalweight) e un obiettivo a 7,80 euro (da 7,70), contro i ~6,92 euroattuali; la performance da inizio 2025 è più contenuta, intorno a +2% YTD (arrotondato). Risulta al momento la più sottoperformante del gruppo coperto da Barclays.
In controtendenza, UniCredit si conferma Overweight con un prezzo obiettivo di 63,90 euro (da 62,50), ben sopra ai ~57,63 euro dell’aggiornamento odierno e dopo un poderoso rally di circa +50% da inizio anno. A conti fatti — guardando alla combinazione di rating e potenziale di upside implicito — Barclays indica UniCredit, Banco BPM e Intesa Sanpaolo come i titoli con il vento in poppa, lasciando MPS e Mediobanca un gradino indietro (assieme a Credem in Equalweight).
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Perché è importante
Il giudizio di Barclays va letto sullo sfondo di una battaglia strategica che infiamma Piazzetta Cuccia: il gruppo Caltagirone ha duramente contestato le dichiarazioni dell’AD Alberto Nagel sull’OPS di MPS, definendole inesatte, strumentali, infondate e contenenti “due oggettive falsità”; la tensione fra Mediobanca e alcuni azionisti di riferimento resta elevata e si intreccia con l’iter dell’offerta ostile lanciata da MPS.
Caltagirone smentisce due punti chiave:
- Nessun significativo acquisto di azioni MPS a ridosso dell’assemblea del 17 aprile;
- Nell’Accelerated Bookbuilding del 13 novembre 2024 fu presentata un’offerta a un prezzo superiore a quello di aggiudicazione finale, e non “allo stesso prezzo” degli altri aggiudicatari, come attribuito da Nagel.
La replica punto per punto rende evidente quanto sia difficile leggere con chiarezza i movimenti sui titoli bancari, tra equilibri di potere e trasparenza in bilico. Chi ha ragione?
A rendere ancora più complesso il quadro è l’intervento di Luigi Lovaglio (CEO MPS), che — parlando dell’OPS — si dice determinato a raggiungere almeno il 66% del capitale Mediobanca (con soglia tecnica al 35% per il controllo di fatto), e dichiara che, a operazione riuscita, si cercherà un nuovo top manager per Piazzetta Cuccia.
Lovaglio assicura inoltre il sostegno dei grandi azionisti, come Caltagirone e Delfin, senza interferenze nelle sue attività. Le mosse di governance e la caccia a un nuovo vertice disegnano scenari di cambiamento imminenti: terreno ideale per chi, munito di rating e target price, vuole interpretare i segnali di un settore in fermento.
Immagine creata con l’ausilio dell’IA
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