Nonostante un calo dell’1% circa registrato oggi, le azioni di Eni mostrano un bilancio settimanale solido, con un rialzo dell’1,5% circa rispetto alla chiusura della scorsa settimana. Il titolo si attesta attorno ai 15,20 euro, mentre la performance mensile registra un incremento dell’1,8% circa, sottolineando una tenuta interessante in un contesto complesso.
Cosa è successo
Il contesto economico e le dinamiche di mercato hanno portato a naturali prese di profitto sul titolo, ma l’appeal sul settore oil resta alto, soprattutto alla luce dell’atteso appuntamento con la pubblicazione dei conti del terzo trimestre 2025. Le previsioni degli analisti di Equita suggeriscono una buona performance operativa, con una produzione media di circa 1,718 milioni di barili equivalenti al giorno, in aumento del 3% sia su base annua che rispetto al secondo trimestre 2025.
Gli analisti stimano un incremento del 16% dell’utile operativo proforma trimestre su trimestre, con una performance positiva attesa soprattutto nelle divisioni Exploration & Production (E&P) e raffinazione. Tuttavia, la controllata Plenitude e il segmento petro-chimico di Versalis potrebbero mostrare segnali meno incoraggianti, con quest’ultimo previsto in perdita a causa del calo della domanda europea.
Sul fronte finanziario, Equita prevede una robusta generazione di cassa operativa a 2,86 miliardi di euro e un free cash flow sostenuto dalla vendita di una quota del progetto Baleine. La banca di investimento stima un possibile rialzo dell’outlook di generazione di cassa per il 2025, con un rafforzamento del piano di buyback azionario.
Perché è importante
Nonostante le sfide di mercato, il titolo Eni gode di una solida base grazie ai flussi di cassa robusti, alla disciplina negli investimenti e a una politica dei dividendo in crescita. La raccomandazione di Equita rimane bullish con un target price a 16,5 euro, suggerendo un potenziale di rialzo del 7% dalle quotazioni attuali.
Tuttavia, il mercato appare più prudente con valutazioni medie intorno a 15,5 euro e rating prevalentemente hold o neutral, riflettendo le incertezze legate al quadro macroeconomico e settoriale. Il risultato della trimestrale sarà fondamentale per confermare o rivedere questa tendenza.
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