Un terremoto scuote Piazza Affari: Monte dei Paschi di Siena ha sferrato il colpo decisivo, acquisendo il controllo di Mediobanca. Un’operazione che non solo riscrive la storia recente delle due banche, ma che promette di alterare gli equilibri dell’intero panorama finanziario italiano, con il CEO di Mediobanca, Alberto Nagel, che sarebbe pronto a lasciare il suo incarico.
Cosa è successo
Nella giornata di ieri, all’ultimo giorno utile dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS), Monte dei Paschi di Siena ha annunciato un successo clamoroso: l’offerta su Mediobanca ha raccolto adesioni pari al 62,29% del capitale. Questo risultato ha permesso a MPS di superare ampiamente la soglia cruciale del 50%, garantendo così all’istituto senese il controllo di diritto della storica banca d’affari milanese.
Il successo dell’OPAS è stato trainato da diversi fattori chiave. Determinante è stato il sostegno di grandi azionisti come Delfin e il gruppo Caltagirone, che, titolari di quasi il 30% del capitale Mediobanca, hanno aderito per primi tracciando la strada. A loro si sono uniti progressivamente numerosi investitori istituzionali e fondi internazionali, tra cui la famiglia Doris, Fidelity, Enpam, Anima e Tages. Un ruolo decisivo è stato svolto anche dal CEO di MPS, Luigi Lovaglio, che ha intensificato i contatti con i grandi gestori.
Un “jolly” strategico che ha contribuito al successo è stato il rilancio cash dell’offerta da parte del board di MPS. Nelle scorse settimane, infatti, l’offerta era stata rivista al rialzo, aggiungendo 0,9 euro cash per ogni azione Mediobanca, per un investimento supplementare di circa 750 milioni di euro. Questa mossa ha valorizzato ogni azione Mediobanca circa 16,3 euro, con un premio dell’11,4% rispetto al prezzo ufficiale di gennaio.
Questo scenario ha conseguenze immediate per Mediobanca. Secondo indiscrezioni riportate dal Financial Times, il CEO Alberto Nagel e l’intero Consiglio di Amministrazione sarebbero pronti a dimettersi in occasione di una riunione fissata per il 18 settembre, in attesa della nomina della nuova dirigenza.
Perché è importante
La conquista di Mediobanca da parte di MPS rappresenta un passaggio cruciale con profonde implicazioni strategiche. Per Monte dei Paschi, l’operazione non significa solo diventare il primo azionista, ma assumerne la vera e propria guida. Il superamento del 50% consente a MPS di blindare la governance e, soprattutto, di poter utilizzare le DTA (Deferred Tax Assets), ovvero crediti fiscali differiti, che avranno un impatto diretto e positivo sul bilancio consolidato del gruppo.
Inoltre, assumendo il controllo di Mediobanca, MPS diventa automaticamente anche un azionista di peso di Generali, consolidando ulteriormente la sua influenza nel settore finanziario italiano.
I prossimi passaggi saranno decisivi: tra il 16 e il 22 settembre scatterà il periodo di riapertura dei termini dell’offerta. Questa finestra potrebbe permettere a MPS di consolidare ulteriormente la propria posizione, puntando a raggiungere la quota del 66,7% del capitale. Il raggiungimento di questa soglia aprirebbe le porte a una fusione piena tra i due istituti, consentendo il pieno dispiegamento delle sinergie attese e ridefinendo la struttura di uno dei pilastri della finanza italiana. La mossa di MPS, infatti, ridisegna gli equilibri di potere a Piazzetta Cuccia e nel sistema bancario e assicurativo nazionale.
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