Monte dei Paschi di Siena ha messo a segno un colpo destinato a cambiare gli equilibri della finanza italiana. Con l’acquisizione di oltre il 62% del capitale di Mediobanca, e prospettive di salire fino all’80% dopo la riapertura dei termini, si delinea uno scenario di integrazione che appare ormai solo questione di tempo.
Cosa è successo
Il primo periodo dell’offerta pubblica di acquisto e scambio su Mediobanca si è chiuso con un’adesione pari al 62-63%. Dal 16 al 22 settembre si riapre la finestra per conferire altre azioni, con stime che proiettano la partecipazione finale fino a un range compreso tra il 66,7% e l’80%.
Un traguardo simile renderebbe possibile il delisting di Mediobanca e quindi una fusione piena con Mps, che segnerebbe la nascita di un gruppo bancario di dimensioni e peso strategico inediti sul mercato italiano.
Il direttore generale di Mediobanca, Francesco Saverio Vinci, ha rassicurato i dipendenti affermando che “non esistono reali aree di sovrapposizione” e che l’operazione apre spazi di crescita. Sulla stessa linea l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, che ha ribadito come le persone siano “il vero patrimonio” destinato a essere valorizzato nel nuovo assetto.
Intanto, BlackRock ha incrementato la propria quota in Mps fino a circa il 5%, mossa interpretata come un segnale di fiducia verso la sostenibilità del progetto e la solidità futura del gruppo.
Perché è importante
L’operazione si muove su un duplice livello, industriale e politico. Sul fronte regolatorio, la Bce aveva già dato il via libera in primavera, a patto di garantire governance solida, innovazione tecnologica e tutela del personale. Sul piano strategico, l’ascesa di Mps a regista di questa integrazione capovolge il suo stesso ruolo: da banca salvata dal sistema a player capace di orientare il futuro degli equilibri di Piazza Affari.
Se l’adesione finale si avvicinerà davvero all’80%, la permanenza in Borsa di Mediobanca rischia di diventare solo una formalità costosa. La fusione rappresenterebbe la via naturale per generare sinergie concrete, ridefinire assetti e priorità industriali e competere con maggiore forza sullo scenario europeo.
L’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre sarà il punto di snodo decisivo, ma il messaggio al mercato è già chiaro: il blitz condotto da Siena ha creato le basi per un gruppo bancario nuovo, con potenzialità di sviluppo e governance rafforzata.
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Foto: Kanyapak Lim / Shutterstock