Le adesioni all’offerta pubblica di scambio di Monte dei Paschi su Mediobanca hanno registrato un balzo sorprendente, passando dal 19,4% al 27% in soli due giorni. Gli indizi puntano verso Francesco Gaetano Caltagirone come protagonista di questa accelerazione, mentre Unicredit continua la sua offensiva su Commerzbank in Germania.
Cosa è successo
L’imprenditore romano Caltagirone, che detiene circa il 10% di Mediobanca, sembra aver consegnato il suo pacchetto all’offerta di MPS, anche se non è arrivata alcuna conferma ufficiale. Fonti finanziarie milanesi confermano che “un singolo socio con il 10% è in grado di imprimere una svolta di questa portata”.
L’alleanza con Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio che aveva già aderito per il 19%, rappresenta ora un fronte solido a sostegno del progetto guidato da Luigi Lovaglio. I due azionisti hanno da tempo espresso sostegno alla strategia senese, contrastando le mosse difensive dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel.
Con il 27% già in adesione, l’offerta si avvicina alla soglia minima del 35% necessaria per l’efficacia. Gli analisti stimano che un eventuale rilancio con componente cash potrebbe colmare il gap di circa 525 milioni di euro tra l’offerta attuale e le quotazioni di Mediobanca, garantendo a MPS il controllo pieno.
Parallelamente, Unicredit ha portato al 26% la quota in Commerzbank, puntando al 29% dei diritti di voto nonostante l’opposizione del governo tedesco. Il vice-ceo di Commerzbank ha definito la situazione “non ideale”, accusando la banca italiana di conflitti di interesse.
Perché è importante
Questa operazione segna un cambio di paradigma nel sistema bancario italiano: da una logica difensiva si passa all’attacco diretto. Per MPS, acquisire Mediobanca significherebbe governance solida, possibilità di scaricare i crediti d’imposta maturati e accelerare le sinergie industriali.
Il controllo di Piazzetta Cuccia, simbolo storico della finanza italiana, rappresenterebbe una vittoria strategica enorme per Lovaglio e un trauma culturale per chi vede Mediobanca come una cassaforte intoccabile.
L’aggressività di Unicredit in Germania dimostra come le banche italiane stiano assumendo un ruolo da protagoniste nel risiko europeo. Mentre Berlino resiste, Atene accoglie favorevolmente l’espansione italiana, con Unicredit che controlla già il 26% di Alpha Bank.
Il prossimo consiglio di amministrazione di MPS a inizio settembre potrebbe essere decisivo per un rilancio dell’offerta. Con fondi pensione e grandi investitori internazionali ancora in attesa, la partita si concentra sui grandi azionisti italiani e la loro capacità di ridisegnare gli equilibri di potere nella finanza nazionale ed europea.
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Foto: Khunkorn Studio/Shutterstock