La Consob ha deciso di sospendere l’offerta pubblica di scambio (OPS) di UniCredit su Banco BPM, concedendo all’istituto guidato da Andrea Orcel ulteriori 30 giorni per trattare con il governo in merito ai vincoli posti dal Golden Power. La mossa ha provocato forti reazioni da parte di BPM, che considera il provvedimento “abnorme” e si dice pronta a intraprendere tutte le azioni necessarie. Nel frattempo, UniCredit ha chiesto formalmente la riapertura del procedimento sul Golden Power.
Cosa è successo
La delibera Consob motiva la sospensione dell’offerta con l’attuale situazione di incertezza sugli esiti dell’istanza di autotutela presentata da UniCredit alla Presidenza del Consiglio. L’Authority sottolinea come questa incertezza impedisca agli azionisti di esprimere un giudizio informato sull’OPS, giustificando così la pausa di 30 giorni, come previsto dal Testo unico della finanza.
UniCredit ha presentato una richiesta formale al governo affinché vengano rivalutate le prescrizioni del Golden Power, evidenziando che molte informazioni fornite non sarebbero state considerate nel provvedimento iniziale. Inoltre, la banca auspica un chiarimento normativo che renda compatibili i vincoli governativi con le tempistiche dell’OPS, che rischia di perdere efficacia per via di questi ritardi.
Banco BPM, dal canto suo, definisce la sospensione “di particolare gravità” e accusa Consob di non aver rispettato la prassi. Secondo l’istituto di Piazza Meda, le condizioni che giustificano la sospensione erano già note, e UniCredit non ha mai comunicato al mercato le sue iniziative con la Presidenza del Consiglio. BPM segnala anche che l’ulteriore estensione dei tempi accentua la paralisi operativa e strategica imposta dalla passivity rule.
Perché è importante
La vicenda ha un forte impatto sul settore bancario italiano, dove le operazioni di consolidamento sono al centro dell’attenzione istituzionale. Lo scontro tra UniCredit e Banco BPM rischia di diventare un precedente pericoloso, minando la trasparenza e la stabilità dei processi di M&A.
Il caso evidenzia la necessità di maggiore chiarezza normativa sul Golden Power, le cui prescrizioni, se non ben definite, possono rallentare o compromettere operazioni finanziarie strategiche. Il fatto che UniCredit chieda una revisione del provvedimento dimostra quanto sia cruciale una regolamentazione prevedibile e coerente.
Infine, il clima di tensione tra due delle principali banche italiane può influire negativamente sulla fiducia del mercato, con conseguenze dirette sul valore azionario e sulle strategie future. La risposta delle autorità e l’esito del confronto con il governo saranno decisivi per capire come evolverà l’intera operazione.
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