Il quadro borsistico si fa incandescente: venerdì 11 luglio il consiglio di amministrazione di Mediobanca (BIT:MDBI) (OTC:MDIBY) ha risposto con fermezza all’offensiva lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) (OTC:BMDPF). Gli investitori, sorpresi da una mossa tanto decisa, si interrogano sul futuro del titolo. Da una parte c’è la cifra contestata, dall’altra il meccanismo di adesione che partirà oggi. Quale sarà il prossimo capitolo di questa partita a scacchi bancari?
Cosa è successo
Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca (CdA), riunitosi a Piazzetta Cuccia, ha esaminato il comunicato relativo all’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria promossa da Banca MPS. La proposta riguarda l’intera compagine azionaria dell’istituto milanese, con l’obiettivo di acquisire il controllo.
Gli amministratori hanno bollato l’iniziativa come ostile e non concordata, sottolineando l’assenza di qualsiasi preventivo accordo con il management di Mediobanca. Secondo il board, l’offerta non si basa su un progetto industriale condiviso, mettendo in discussione la validità strategica dell’operazione.
Il CdA ha inoltre evidenziato la mancanza di convenienza per gli azionisti, mettendo in discussione la validità strategica dell’operazione. Un giudizio che lascia intendere forti divergenze tra le due banche.
In chiusura del comunicato, Mediobanca ha definito il corrispettivo offerto “non congruo e del tutto inadeguato”, segnalando un prezzo insufficiente rispetto al valore percepito del gruppo. Una presa di posizione netta che punta a tutelare gli interessi degli azionisti.
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Perché è importante
Oggi, 14 luglio, prende il via il periodo di adesione all’OPS di MPS su Mediobanca, con termine fissato per l’8 settembre (salvo eventuali proroghe). È il lasso di tempo in cui gli azionisti potranno decidere se dare fiducia all’offerta.
Secondo le fairness opinion di Centerview, Equita e Goldman Sachs, il rapporto di scambio equo sarebbe di 3,71 azioni MPS per ogni azione Mediobanca, mentre l’offerta ne prevede solo 2,533, corrispondente a uno sconto del 32 % rispetto alla valutazione ritenuta corretta. Inoltre, lo scarto implicito sul prezzo di mercato alla chiusura della settimana precedente era pari al 3,9 %.
Il CdA di Mediobanca ha infine contestato la struttura a doppia soglia per la validità dell’OPS (66,67 % e 35 %), definendola opaca e potenzialmente ingannevole. Sotto il profilo operativo, l’istituto prevede costi netti di integrazione per circa 460 milioni di euro, potenzialmente in crescita fino a 665 milioni in caso di esiti sfavorevoli, e giudica le sinergie prospettate da MPS troppo ottimistiche alla luce delle esperienze passate.
Immagine creata con l’ausilio dell’IA
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