Bruxelles torna a farsi sentire sul caso Unicredit-Banco Bpm. La Commissione europea, secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, starebbe preparando una lettera di rilievi formali al governo italiano, chiedendo chiarimenti sull’esercizio del Golden power nell’Offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Unicredit su Banco Bpm. La notizia ha spinto in alto i titoli coinvolti: Banco Bpm ha guadagnato il 3,6%, Unicredit l’1,9%.
Cosa è successo
Il documento non è ancora partito, ma potrebbe essere inviato nei prossimi giorni. Non si tratta ancora di una procedura d’infrazione, ma di una richiesta preliminare di spiegazioni. Il governo avrà un paio di settimane per rispondere; in caso di escalation, la procedura completa lascerebbe fino a due mesi di tempo, eventualmente prorogabili.
Al centro della contesa c’è il decreto governativo del 18 aprile, che ha autorizzato l’acquisizione con condizioni molto rigide: uscita dalla Russia entro nove mesi, mantenimento del rapporto depositi/impieghi per tre anni, e vincolo per Anima (partecipata da Banco Bpm) a non vendere titoli di Stato italiani.
La Commissione ritiene che l’Italia abbia ecceduto nel proprio intervento, invadendo un ambito di competenza comunitaria, quello della concorrenza. Il timing non è casuale: la fuga di notizie arriva alla vigilia della sentenza del Tar, che deve esprimersi sul ricorso di Unicredit contro il decreto.
Perché è importante
Questa vicenda tocca un tema delicato: fino a che punto uno Stato può difendere la propria sovranità economica, senza violare le regole comunitarie? Il governo ha motivato le condizioni imposte richiamando la “sicurezza nazionale”, ma per Bruxelles solo in casi estremi si possono limitare operazioni transfrontaliere.
A livello istituzionale, la tempistica delle indiscrezioni suscita interrogativi. Uscire allo scoperto alla vigilia della sentenza amministrativa rischia di condizionare — anche solo psicologicamente — il lavoro dei giudici. E l’intransigenza di Roma, che ha ribadito più volte di non voler rivedere il decreto, potrebbe irrigidire ulteriormente il confronto.
Nel frattempo, Unicredit muove pedine anche altrove. Andrea Orcel ha portato al 20% la partecipazione in Commerzbank, divenendone il primo azionista. L’operazione, già autorizzata da Bce, Antitrust tedesca e Fed, proseguirà fino al 29% dei diritti di voto. Piazza Gae Aulenti non attende, mentre Bruxelles osserva.
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